In un estate dove la musica, quella di concerti e festival, ad Arezzo è quasi assente, il Mengo ha potuto vincere facile, giocando contro nessuno.
I meriti così sbandierati dai media locali e dall’amministrazione, paiono una leccata dovuta e concordata, laddove la realtà è decisamente un altra.
1) IL CAST: Cinque giorni dove la proposta musicale è orientata praticamente ad un pubblico adolescenziale o quasi, con una marea di nomi di scarsissimo appeal, almeno per chi ha più di 20 anni.
Motta e Zen Circus dovrebbero essere le punte di diamante, a fronte dei vari Spumante, Postino, Clavdio, Diodato, che ad Arezzo conoscono in quattro gatti.
Troppo poco davvero.
Trap, indie e generi correlati la sola tipologia di musica proposta; praticamente esclusi TUTTI quei tipi di musica per un pubblico più adulto.
Scelta paracula al massimo, per puntare solo sui ragazzini e post adolescenti radical chic.
2) GRATIS: Sponsor vari hanno coperto i costi, e quando una cosa è gratis, anche solo per fare un giro o per curiosità ci vanno in tanti.
Se fosse stato a pagamento con un biglietto, l’affluenza sarebbe stata ben inferiore a quella che, orgogliosamente da domenica o lunedì, gli organizzatori vanteranno sui media locali, molto compiacenti, e sui vari social.
Facile dire che hanno partecipato in tantissimi, quando in città non c’è niente ed entri gratis, è scontato per chi non sa cosa fare.
Il successo vero sarebbe fare i numeri in concorrenza a cose analoghe negli stessi giorni.
3) LOGISTICA: In tantissimi si sono lamentati per il fatto che l’entrata è solo una, da via Ricasoli, mentre il resto delle vie adiacenti è bloccato impedendo di entrare da altri ingressi, cosa che ad esempio ad Arezzo Wave, con diverse entrate, permetteva di gestire bene i flussi.
Questo aspetto ha fatto arrabbiare tanti aretini, segno di una scelta perlomeno da rivedere.
Svuotare per la sicurezza piazze e vie adiacenti il Prato ha fatto incazzare non poco i residenti del Centro Storico, che ci hanno detto di aver tribolato per trovare parcheggio.
A casa loro.
4) DENTRO IL PRATO: Erba praticamente distrutta, e solo questo dice tutto.
Alcuni ragazzi ci hanno detto di essersi fatti male tagliandosi con schegge di bicchieri di plastica dura ed altri oggetti conficcati nell’erba del prato.
Succede, certo, ma non è bello.
5) CONSIDERAZIONI FINALI: Perché Arezzo Wave e il Valenti sono stati osteggiati e mai supportati da questa amministrazione, quando chiese di fare restare AW in citttà, e al Mengozzi è stato steso un tappeto rosso in questi ultimi due anni ?
A parità di festival non c’è storia, AW in tutto e per tutto è superiore al Mengo, la storia della musica lo testimonia.
Valenti è conosciuto in tutto il mondo, il Mengozzi ci arriva a Lucignano ?
Vedremo nel futuro.
Anche sui social, non tutti sono così entusiasti del Mengo, si sono letti commenti negativi provenienti da personaggi in vista ad Arezzo, anche con incarichi di primo piano, segno che ci sono, oltre alla nostra, voci fuori dal coro.
Sui gusti musicali nessuno discute, su meriti e vanti, ci permettiamo di sollevare tanti dubbi.
Sognando un ritorno alla musica di primissimo piano che Arezzo ha avuto negli anni (Peter Gabriel, Deep Purple, De Gregori, Ruggeri, Morgan), vedere giornali e tv locali sbavare dietro Postino e Spumante ci fa sorridere, tanto, troppo.