Un semplice annuncio, che passa inosservato ai più, ben fotografa l’attuale tendenza di voler sfruttare la voglia di visibilità di molti artisti locali (dilettanti spesso), che pur di farsi notare pagheranno per esporre le loro opere.
Nell’annuncio uscito in questi giorni (anche su Facebook) si pubblicizza l’affitto per il mese di agosto per Palazzo Chianini Vincenzi (in via Cesalpino), per esporre quadri, fotografie o altre opere artistiche.
Oltre a questo, è noto come anche il Circolo Artistico, da moltissimo tempo, affitti le sue sale per iniziative analoghe, contando che ci saranno sfuggite molte alte offerte similari.
Tutto è lecito, chi ha da affittare affitta, chi non troverebbe altrimenti spazio e visibilità paga, ma quello che un po’ rattrista è come il fenomeno “vanity press” in città sia molto attecchito.
Un artista valido dovrebbe avere offerte gratuite, o addirittura essere pagato per esporre, evidentemente il livello medio artistico aretino non è così elevato da includere le due opzioni.
Senza fare nomi, ricordiamo come ad Arezzo alcuni poeti, poetesse e romanzieri si pagano da sé i propri libri, per poi baldanzosamente sbandierare ai quattro venti l’uscita del volume.
Peccato che omettano di raccontare che, se non si frugavano in tasca, l’opera sublime restava un file di Word all’interno del computer.
Andy Warhol aveva ragione, per un quarto d’ora di celebrità ad Arezzo, molti si farebbero sparare nelle palle col mitra.
“Comunisti col cuore a sinistra e il portafoglio a destra”…gente che organizza, fa mostre, promuove cultura quando c’è da incassare, quando c’è da pagare, il rischio di impresa lo scarica sugli artisti…bella roba