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Incredibile: 3 giorni del giudizio per il vendicativo nell’oltretomba

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Se in senso divino si chiama Giorno del Giudizio ed è solitamente uno e uno solamente, invece può accadere che in un Tribunale terreno, chiamato a pronunciarsi sul mittente di una minaccia rimandata nell’Aldilà, il giudizio umano, nel senso del processo, vada avanti tre giorni, sì per ben 3 giorni.

Tre Giorni di Giudizio, tante quante sono state le tre udienze a carico di un aretino imputato dinanzi ad un Giudice di Pace, per quel “Me la pagherai nell’Oltretomba” detto telefonicamente ad un altro durante un litigio.

Diciamo che quaggiù la Giustizia è Uguale per Tutti, ma Lassù è lampo. In Cielo basta un giorno, in questo mondo ce ne vogliono il triplo.

Il caso è la vicenda raccontata da l’Ortica: un 51enne, nostro concittadino, è stato rinviato a giudizio per la minaccia formulata contro la controparte che lo querelò, anche per una serie dello stesso tipo di insulto, ma soprattutto per via della ritorsione paventata a suo danno nel Regno dei Morti.

Sì, proprio così, secondo l’accusa gli disse che quando si sarebbero ritrovati al cospetto del Padreterno gliela avrebbe fatta pagare di ciò che tra loro era successo in terra.

La storia è vera e per quanto possa apparire incredibile, non è una vicenda al di là della realtà, benché non sia, temporalmente , un fatto cronaca in senso stretto.
Chi ce l’ha raccontata ha già in mano la motivazione della sentenza, emessa mesi addietro sul suo conto.

Il processo ha consentito di chiarire che l’aretino e la controparte litigarono telefonicamente e da un capo all’altro del filo se ne dissero di santa ragione.
Fu nel bel mezzo di questo scontro verbale che l’aretino avrebbe mandato Knock Out l’altro con la micidiale intimidazione di vendicarsi di lui non qui ma Lassù.

E’ consistente una minaccia del genere?

L’imputato ha sostenuto, anche dinanzi al Giudice di Pace, di non averla mai detta.

Essì, vabbè, come ogni bravo imputato professa l’innocenza anche lui si è professato tale.

Ma anche ammesso che l’avesse detta, c’è da chiedersi quanto possa rappresentare una intimidazione concreta una minaccia rimandata nell’altra vita.

Ma tant’è, fu rinviato a giudizio ed è stato processato anche per questo.

E si è salvato dal rigore di una condanna, non perché come minaccia è una minaccia impossibile da realizzare! Ecco, questo è il punto, che può sembrare incredibile, ma evidentemente la giustizia umana non ammette alcun confine quando si paventa la commissione di un reato.
Facesse altrettanto anche nella vita reale e di tutti i giorni, sarebbe meglio!

Comunque, ecco com’è finita, al culmine dei tre Giorni di Giudizio:

L’aretino l’ha fatta franca ed è stato assolto in quanto il giudice monocratico, un Giudice di Pace non di Arezzo, ha ritenuto che anche l’altro l’avesse istigato a suon di provocazioni verbali, tanto da fargli perdere le staffe verbali anche a lui.
Tanto da fargli dire che gli avrebbe reso pan per focaccia addirittura alla quando saranno ambedue buonanima.

Conclusione: augurando loro mille anni di vita, auguriamoci anche che quando verrà l’ora per tutti e due, Lassù vi sia qualcuno che li faccia desistere da altre piccolezze umane. Magari imponendo una tassa carissima su ogni tipo di arma reperibile nell’Aldilà. E Amen.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.
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