Le tragedie e le commedie di Shakespeare, nei primi anni del 1600, contribuirono alla costruzione di nuovi spazi teatrali dopo il Globe Theatre. In breve tempo sorsero altri nove teatri, alcuni capaci di ospitare fino a 3000 spettatori. Le sue opere non si limitavano all’intrattenimento: avevano una funzione politica, miravano a frenare il nazionalismo scozzese e a mitigare i contrasti tra le diverse popolazioni britanniche, proprio mentre si andava formando l’esercito del Commonwealth.
Le tensioni tra inglesi e scozzesi affondano le radici nel XIII secolo, con figure come William Wallace, che guidò la resistenza scozzese contro Edoardo I d’Inghilterra. Questo conflitto culminò tragicamente con il tradimento e l’impiccagione di Wallace a Westminster nel 1305.
Nel 1605, Shakespeare scrisse Macbeth, una tragedia in cinque atti che esplora i temi dell’ambizione, della mancanza di rimorso e della disumanizzazione. L’opera rappresenta l’incomprensione della propria condizione umana e dei sentimenti, dove l’azione e la rapidità prevalgono sul pensiero e sulla riflessione interiore. Macbeth può essere contrapposto a Amleto, che, al contrario, affronta il dilemma dell’indecisione e del rimorso.
La prima rappresentazione di Macbeth in Scozia avvenne a Edimburgo, con l’obiettivo di trasmettere un messaggio alle popolazioni del Nord: riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni prima di agire. Nonostante l’intento educativo, questo non impedì il proseguire delle rivolte, culminate nelle sommosse guidate da David Leslie. La definitiva sconfitta degli scozzesi avvenne nella battaglia di Inverkeithing nel 1652, dopo la caduta di Edimburgo.