Uomini illustri e d’ingegno in ogni disciplina ha sempre avuto questa terra, iniziando da Gaio Cilnio Mecenate, confidente di Augusto. Lo stesso Vasari mette in bocca a Michelangelo: “Se io ho nulla di buono in quest’ingegno, esso è venuto dalla sottigliezza dell’aria del vostro paese di Arezzo”.
Di Arezzo parlano anche i sassi, per la storia, l’arte e la musica, e per tutto quello che si è potuto ritrovare, nonché per quanto ci hanno portato via i fiorentini o nascosto sotto cumuli di terra (resti dell’antico foro).
In ordine, senza considerare il passato remoto – di cui potrei raccontare tante cose –, ricordiamo:
- Gaio Cilnio Mecenate, amico di Virgilio e Orazio
- Guido Monaco, che consegnò al Papa Giovanni XIX il suo Antifonario
- Guglielmino e Ubertino degli Ubertini
- Fra Guittone d’Arezzo, uno dei primi scrittori in volgare, di cui Dante parla nel Purgatorio
- Margaritone, architetto, scultore e pittore
- Uguccione della Faggiola, che fu signore di Pisa
- Petrarca
- Leonardo Bruni, storico e segretario della Repubblica fiorentina
- Pietro Aretino
- Carlo Marsuppini, successore di Bruni e grecista, traduttore di Omero
- Antonio Roselli, oratore (detto “Monarca Sapientiae” per la sua erudizione)
- Benedetto Accolti, grande latinista e oratore, oltre che segretario a Firenze; Ariosto lo definì “il gran lume Aretin, l’unico Accolti”
- Giorgio Vasari
- Andrea Cesalpino, che precedette Harvey nella scoperta della circolazione del sangue, botanico e professore a Pisa e Roma
- Francesco Redi, medico, scrittore e archeologo
- Vittorio Fossombroni
- Tommaso Sgricci, scrittore di tragedie
- Guadagnoli, poeta popolare
- Pietro Benvenuti, restauratore di quadri
- Francesco Severi, matematico
- eppu’ io…!! (e poi io…!!)