“ Il mio viaggio in Egitto nel 2010 mi ha lasciato ricordi indelebili, sia per la bellezza incommensurabile dei suoi monumenti storici, sia per alcune situazioni che mi hanno colpito profondamente e che mi hanno “regalato” anche qualche amarezza.
Quando si pensa all’Egitto, subito ci vengono alla mente le magnifiche piramidi, quei giganti di pietra che sfidano il tempo e raccontano una storia millenaria.
Anche se non ho potuto visitare la Valle dei Re a causa del caldo e degli orari proibitivi, ho potuto apprezzare moltissimi altri siti archeologici egizi e una delle esperienze più emozionanti è stata la visita alla statua colossale di “Ramses II”a Menfi che consiglio sicuramente, a chi visiterà prossimamente l’Egitto, di includere nel proprio itinerario. Bellissima, gigantesca, sdraiata, maestosa, questa statua ti avvolge con la sua imponenza e ti fa riflettere su quanto l’antica civiltà egizia fosse straordinaria. A Menfi, ho potuto percepire l’eco di una storia che risuona ancora tra quelle pietre, testimoni di un’epoca in cui gli uomini dialogavano con gli dèi.
Il Nilo, l’arteria vitale dell’Egitto, è ciò che più di tutto incarna l’anima di questo paese. Le sue acque scorrono lente, come se volessero ricordarti che in Egitto il tempo segue un ritmo diverso. Le feluche, con le loro vele candide, solcano ancora il fiume, quasi a suggerire che il tempo non sia mai trascorso. Lungo le sue rive, le attività quotidiane degli abitanti si ripetono come in un quadro antico. Ho ancora negli occhi l’immagine dei loro bianchi, scarni, buoi, dalle lunghissime corna, pacificamente trainare carretti o rudimentali aratri…Eppure, non tutto, era poi così “idilliaco”.
Lungo il Nilo, sono stata profondamente colpita dalla quantità impressionante di sacchetti di plastica, ammassati sulle sponde, oramai decomposizione spargere filamenti di materia nel fiume e anche nell’aria. Chilometri e chilometri di rifiuti, tanto che questa visione mi ha spinta a riflettere sul nostro impatto sull’ambiente e sull’importanza di preservare la bellezza naturale della nostra Terra. Parlo, come ho asserito prima, dell’anno 2010.
Tornata a casa, ho deciso di agire: a Natale creai , con bellissime stoffe inglesi d una chiusura accattivante delle borse di stoffa da spesa per miei amici e parenti nella speranza di sensibilizzarli contro l’uso dei sacchetti di plastica, anche perché venni a sapere, da delle mie ricerche, che persino il Ruanda le aveva abolite da tempo!
Durante il viaggio ho provato anche una sensazione di inquietudine che non avevo mai sperimentato prima, nemmeno nei miei viaggi in Israele.
Lungo le strade, ogni 25-30 metri, c’erano soldati armati di kalashnikov, un’immagine che non mi sarei mai aspettata in un luogo che sognavo come intriso di magia e mistero, e persino nel nostro pullman ci accompagnavano due energumeni anche loro armati da tal fucile. Non è stata una bella esperienza in verità!
Ma la più grande delusione è stata l’arrivo alle piramidi. Le avevo sempre immaginate immerse nel deserto, isolate, circondate solo dal silenzio del vento. Invece, mi sono trovata davanti a delle cancellate che spezzavano completamente la magia che avevo sempre sognato. Un biglietto da pagare alla cassa e bambini scalzi che ti tiravano le vesti facendoti dispetti e tormentanti ti con richieste di monetine che tutti noi elargivamo, ma di cui non erano mai sazi. All’ingresso sembrava quasi di entrare in uno zoo, c’erano anche lì guardie armate; un’immagine lontana da quella di un luogo sacro e solenne che documentari, foto o film ci avevano insegnato ad amare.
Eppure, nonostante queste ombre, l’Egitto continua a esercitare un fascino senza pari!
È un luogo che ti cattura, non solo per le sue meraviglie millenarie, ma per i suoi profondi contrasti. Ogni angolo di questa terra sembra raccontare una storia, e ogni esperienza vissuta ti lascia con la sensazione di aver toccato qualcosa di eterno. Anche le disillusioni diventano parte integrante del viaggio, insegnandoti che il vero incanto dell’Egitto non risiede solo nei suoi monumenti, ma nella riflessione che ti lascia dentro. In questo incontro tra bellezza e imperfezione, l’Egitto ti rimane nel cuore, come un sogno che non svanisce mai.” * S.S.C. *
Bel racconto e scritto bene il io ho in fondo al cuore il Marocco, una atmosfera incredibile,ho visitato posti che nessuno conosce,tramite Badiaa un marocchino che scheglieva i viaggiatori nell hotel e li accompagnava in un altro mondo fatto di bellezze e povertà, ho lasciato vuote due valige per regalare un sorriso a quei bimbi con le magliette stracciate, senza lavarsi i capelli da non so quanto tempo, l’ acqua che noi a volte spreciamo, per loro è vita, c’è ne sarebbe ancora tanto da raccontare, ma ciao Marocco, sono riuscita a fare il viaggio a due nipoti, ovviamente tornate entusiaste……., chi ha dei bei ricordi lo scriva, perché rimarrà per sempre…….
Come il viaggio in Egitto……..brava chi scrive perché mi ha fatto rivivere il suo viaggio………ricordi indelebili……..