Misteri ed Esoterismo di Arezzo Svelati da Marco Grosso
Un viaggio affascinante attraverso i misteri e l’esoterismo di Arezzo, guidato da Marco Grosso, giornalista e scrittore noto per le sue indagini approfondite sulla storia e i suoi enigmi.
Marco Grosso ci porterà alla scoperta di antiche leggende, simbolismi nascosti e segreti custoditi nel tempo. Dalle strade medievali ai monumenti storici, ogni angolo di Arezzo e provincia racconta una storia che invita a essere svelata. Attraverso ricerche scrupolose e un approccio narrativo coinvolgente, Marco ci svelerà come la storia e l’esoterismo si intrecciano in questa città.
Unisciti a noi in questo affascinante percorso e lasciati conquistare dai misteri di Arezzo e provincia!
Gino Perticai
Il fantasma nel Palazzo della Fraternita dei Laici
Per quanto improbabile o anche sciocco per molti, anche Arezzo ha tra i suoi meandri più antichi, palazzi storici e luoghi particolari, storie di mistero.
Tra questi, uno dei luoghi più affascinanti e inquietanti è senza dubbio il Palazzo della Fraternita dei Laici, che si dice ospiti un fantasma.
Il Palazzo della Fraternita dei Laici sorge in Piazza Grande, il cuore storico della città, ed è un capolavoro architettonico che combina elementi gotici e rinascimentali. Fu costruito a partire dal 1375 e completato nel XVI secolo, ed è stato per secoli sede della “Fraternita dei Laici”, un’antica istituzione laica nata con l’obiettivo di aiutare i poveri e amministrare la giustizia. Le sue sale riccamente decorate, il suggestivo orologio astronomico e la torre campanaria sono testimoni di una lunga e variegata storia, che parrebbe nascondere ombre inquietanti.
Secondo una leggenda locale, il palazzo è abitato dal fantasma di una donna.
Si tratta di una figura eterea che appare e scompare nelle ore notturne, percorrendo i corridoi deserti e i vasti saloni del palazzo.
La tradizione popolare narra che si tratti dello spirito di una giovane donna vissuta nel XV secolo, vittima di un amore tormentato e di una fine tragica.
Il fantasma, avvolto in abiti dell’epoca, è stato avvistato più volte da testimoni, soprattutto da chi ha lavorato o visitato il palazzo negli orari più insoliti.
Alcuni raccontano di aver udito passi leggeri sulle scale di pietra o di aver percepito una presenza invisibile accanto a loro, accompagnata da improvvisi brividi di freddo.
Altri parlano di porte che si chiudono da sole e di luci che si spengono e si accendono misteriosamente.
Ma chi era questa donna? La storia che circola ad Arezzo racconta di una nobildonna, forse legata alla Fraternita o a una famiglia di rilievo della città, che visse un amore impossibile con un uomo di condizione inferiore. Le loro nozze non furono mai accettate dalla famiglia di lei, che intervenne per separare i due amanti.
Si dice che la giovane, distrutta dal dolore e dalla disperazione, trovò la morte in circostanze misteriose all’interno del palazzo.
Da allora, il suo spirito sarebbe rimasto intrappolato tra le mura, incapace di trovare pace.
Altre versioni della leggenda, meno romantiche, parlano di una donna coinvolta in intrighi di corte e tradimenti, forse vittima di una congiura o di una vendetta. Qualunque sia la vera origine, il suo spirito sembra non voler lasciare il luogo in cui trovò la morte, secondo i racconti.
Nel corso degli anni, diverse persone hanno affermato di aver visto o percepito qualcosa di strano nel palazzo.
Molti dipendenti comunali, poiché oggi il Palazzo della Fraternita dei Laici ospita uffici amministrativi, hanno riportato episodi inspiegabili.
Uno dei racconti più suggestivi riguarda un custode notturno che, durante il suo giro di controllo, avrebbe visto una figura bianca attraversare una sala e svanire attraverso una porta chiusa.
Alcuni investigatori del paranormale hanno cercato di approfondire la questione, portando con sé strumenti per misurare le presenze paranormali. Sebbene non siano stati raccolti dati definitivi, diversi rilevamenti hanno mostrato anomalie elettromagnetiche e variazioni di temperatura in alcune aree del palazzo, alimentando ulteriormente la credenza che un’entità sovrannaturale sia ancora presente.
Che sia suggestione, oppure qualcosa di soprannaturare esista davvero, il fascino di questa storia è indubbiamente enorme.
In oltre 60 anni di abitazione nel centro storico( dalla nascita), in un raggio che va da 250 a 50 m. dal Palazzo mai ho sentito parlare di una leggenda del fantasma.
Vi ho anche esercitato la professione legale finchè il Tribunale non è stato trasferito…eppure niente.
Devo ammettere pero’ che sono un tipo che vive sempre un po’ nella luna.
Una volta un’ avvenente avvocata sudò freddo perché” si sentì toccare il culo lungo le scale…ma tutti sapevamo che era stato un collega nascosto dietro una tenda.
Per un periodo c’e’ stato un giudice che faceva molte assenze e veniva considerato un fantasma.
Quanto alla figura bianca che traversava le sale di notte tutti sapevano che era il dr. Rossi che, dopo il discutibile ritrovamento delle spoglie del conte degli Ubertini, si travestiva di notte con poppe e trecce x cercare di risvegliare il fantasma di quel bussino del Vasari.
Mi sembra di ricordare un periodo in cui i dipendenti pubblici si assentavano e alle visite fiscali dichiaravano ” terrore del fantasma”…una scusa come un’ altra.
A parte questo, mai sentito di fantasmi.
Almeno il dr. Grosso poteva proporre una leggenda un po’ meno stantia del solito amore infelice, anche se sono seriamente impressionato dai rilievi strumentali degli esperti del paranormale (spero con regolare diploma CEPU) e dagli sbalzi elettromagnetici e di temperatura (specie, presumo, quando il fantasma ha la febbre).
Secondo me il fantasma c’ e’ ed e’quello della “bella tirolese”.
Il popolo che accorre da tutt’Italia a comprare palle di Natale e ingozzarsi di stinco made in Monte S.Savino non puo’ essere privato del diritto di visitare un’ ala del Palazzo dedicata al fantasma.
Si allestiscano porte cigolanti, armature d epoca da appiccicare ai muri, letti antichi con cuscini macchiati di lacrime, che poi potrebbero essere vendute in ampolle li all ingresso.
Un grazie al dr. Grosso da parte della cittadinanza tutta.
Nel vivace, tosto e criticamente attento panorama informativo locale ci mancava tanto un giornalista-scrittore come Lei a fare la ciliegina sulla torta.
Magari gli stinchi e le specialità vendute nel Tirolo Aretino fossero del Monte San Savino .
Se nulla è cambiato sono tutti cibi da grossisti d’oltralpe di serie C , a kilometro indefinibile e mediocrissima qualità.
Ossignore…fantasmi di stinco?