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sabato, Marzo 30, 2024
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Confagricoltura Arezzo, in trent’anni perso il 70 per cento della produzione di bovini

Bartolini Baldelli: «basta bufale sugli allevamenti, il comparto è da troppo tempo vittima di una campagna di disinformazione»

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In trent’anni la produzione di bovini in provincia di Arezzo si è ridotta di circa il 70 per cento, il numero di capi allevati è sceso da oltre 20mila, dato del 1990, ai 7.500 del 2020. Lo dicono i dati Istat confrontati con quelli dell’Associazione regionale degli Allevatori.

La zootecnia in questi ultimi decenni è stata al centro di un dibattito non sempre basato su informazioni corrette.
Se da una parte è cresciuta la consapevolezza che consumare a filiera corta e tutelare le produzioni locali sia sempre più importante, dall’altra si è assistito allo sviluppo di teorie che hanno additato la zootecnia fra i principali fattori di produzione di gas serra.

Finalmente a fare chiarezza sulla questione è uno studio pubblicato pochi giorni fa dall’Accademia dei Georgofili.
Secondo l’articolo di Mauro Antongiovanni, la teoria per cui l’agricoltura (e quindi la zootecnia) sia fra le principali cause del riscaldamento globale non tiene conto delle reali condizioni del ciclo della Co2.
In pratica l’articolo dimostra che le emissioni di gas serra, come conseguenza del metabolismo degli animali, derivano da vegetali che nel loro ciclo vitale avevano assorbito Co2.
Si tratterebbe quindi di un bilancio in pareggio fra la anidride carbonica immessa dagli allevamenti e quella catturata dai vegetali in atmosfera per produrre il cibo per gli animali. Sostenere che l’agricoltura sia la prima causa «clima-alterante» pertanto è falso, poiché la Co2 immessa dall’industria, dai mezzi di trasporto, dagli impianti di riscaldamento e dalle centrali elettriche alimentate da fonti fossili, proviene da materie che non erano già presenti in atmosfera.

«Per il momento lasciamo in funzione le attività zootecniche necessarie per disporre di proteine nobili quali quelle del latte, delle uova e della carne, indispensabili, fra l’altro, per il corretto sviluppo dei bambini, senza dover ricorrere ad integratori di produzione industriale – dichiara Antongiovanni, autore dell’articolo –

Nel frattempo cerchiamo di eliminare errori e sprechi con la formulazione grossolana delle diete, con l’abuso dei trasporti anche intercontinentali degli alimenti».
«È il momenti di dire basta alle bufale sugli allevamenti.

La divulgazione, troppo spesso predominante, dell’idea che l’inquinamento del mondo sia causato prevalentemente dal mondo zootecnico è pericolosa e priva di fondamento scientifico – dichiara Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Arezzo – Ogni scelta alimentare è rispettabile, ma non si tenti di demonizzare un’attività indispensabile a produrre alimenti di qualità, necessari per una dieta equilibrata. Bene che anche un istituto come l’Accademia dei Georgofili, chiarisca questi aspetti con riferimenti scientifici chiari ed inequivocabili».

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