La Meloni cresce.
Ma tantissimo cresce.
Eppure, questa crescita, vista da Arezzo, risulta incomprensibile.
Come mai cresce tanto?
Pur tuttavia, la SWG segnala l’arrivo a quota 20 per cento.
Ma come mai?
Come mai se Fratelli d’Italia, qua da noi, ad Arezzo, non sta neppure all’opposizione ma sta dentro la maggioranza ed è nel governo cittadino, da dove ci parla, ininterrottamente, di argomenti soft, teneri, morbidi, come l’amore per gli amici animali?
E’ così ed è così da mesi e mesi.
Oramai, da un tempo imprecisabile, la declinazione aretina del partito della Meloni insiste sullo stesso filone identico.
Variando dalla priorità di ristorare i gatti randagi (in cui eccelle l’assessora Giovanna Carlettini) alla Pet Therapy, come strumento di socializzazione, argomento forte del forte gruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio Comunale di Arezzo.
Il massimo di differenza, la si può riscontrare se si apprezza la sfumatura che passa tra l’importanza specificatamente attribuita alla sanità specializzata in cani ed altri temi di zoologia, più in generale.
Mentre, l’unico progetto di qualche concretezza, uscito dalla bocca di Fratelli d’Italia, qua da noi, da illo tempore (da tanto tempo) risulta relativo all’idea di una Fattoria Didattica operante nel campo della psicologia animale, lassù in cima a Lignano.
Gli animali!
Gli animali sono la tematica principe di FdI.
E come se questo tema fosse la leva che solleverà Arezzo dalla crisi economica e sociale post pandemica, hanno preso l’impegno di comunicare a noi aretini, urbi et orbi, i futuri sviluppi.
Addirittura, promesso di tenerci aggiornati.
(du par de palle, sia detto per inciso)
Però, come mai o non come mai, sta di fatto che il partito della Meloni allunga sul PD, in flessione, e si avvicina alla Lega (a meno di 2 punti di incollatura dal partito di Salvini) che rimane la prima forza politica.
Ma, da noi, da quando se n’è ita la senatrice Tiziana Nisini, che la teneva sveglia, la Lega sonnecchia, e dorme anche sugli animali.
Ma, evidentemente, un animale tira più di un Draghi.
La conclusione non può che essere questa.
Altrimenti non si spiega.