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Perdere l’olfatto! Perchè e cosa significa?

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Gli ODORI sono molecole chimiche volatili raccolte da milioni di neuroni olfattivi recettivi ubicati nelle fossa nasali, che stimolati trasmettono il loro impulso alla corteccia cerebrale olfattiva.

Lesioni cerebrali, la decadenza cognitiva…patologie degenerative del cervello sono sempre accompagnate da una netta riduzione della capacità olfattiva personale.

Gli odori fondamentali sono cinquanta, che possono essere miscelati tra loro per creare il vasto universo olfattivo, che noi percepiamo con il naso.
La donna ha una maggiore capacità olfattiva dell’uomo.
L’odore è generato da una molecola esterna che entra nelle fosse nasali.

L’AROMA di un cibo è, invece, la percezione olfattiva generata dalla presenza del cibo all’interno della bocca. L’uso delle piante aromatiche in cucina vuole arricchire di aroma la ricetta gastronomica.
E’ possibile utilizzare alcuni aromi per generare una terapia, definita aromaterapia.

Il PROFUMO deriva dal latino “per fumum”: esalazione odorosa gradevole, naturale o artificiale. “Per fumum” indicava una usanza di gettare sul fuoco piante profumate per liberare la loro essenza nell’ambiente circostante.
E’ una soluzione più o meno concentrata di essenze odorose variamente combinate.

La FRAGANZA è un odore delicato, piacevole e intenso.
Il caffè ha una sua fragranza.

DISTURBI DELL’OLFATTO La perdita della personale capacità olfattiva non va mai sottovalutata, può essere un sintomo di una patologia degenerativa cerebrale, esistono precise indagini diagnostiche in grado di misurare la personale capacità olfattiva.

Si chiama IPOSMIA la ridotta capacità di rilevare gli odori, gli aromo, i profumi.
La perdita totale dell’olfatto si chiama ANOSMIA.

Il fumo peggiora la capacità olfattiva.
Gli uomini perdono l’olfatto più delle donne con il passare degli anni: le più attuali ricerche scientifiche stanno dimostrando che in una età compresa tra i 60 e i 69 anni su 100 uomini ben 25 tendono a perdere in modo significativo la loro capacità olfattiva a fronte di 10 donne.
Molte persone affette da disturbi dell’olfatto presentano anche problemi a carico del gusto. Quando l’olfatto è alterato, alcuni individui cambiano le loro abitudini alimentari.
Alcuni possono arrivare a mangiare troppo poco e perdere peso, mentre altri a mangiare troppo e aumentare di peso.
Il cibo diventa meno piacevole e i soggetti tendono a sopperire a questa carenza utilizzando una quantità eccessiva di sale al fine di migliorare il sapore.
Questo può rappresentare un problema per i soggetti affetti da determinate condizioni mediche, come elevata pressione arteriosa o malattie renali.

Nei casi gravi, la perdita di olfatto può comportare l’insorgenza anche di depressione.
La perdita dell’ olfatto non va mai sottovalutata perché può essere un segno di decadimento cognitivo cerebrale, diabete mellito tipo 2, stato di insulino resistenza, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer.
Le cause più comuni di disturbi dell’olfatto sono: invecchiamento, sinusiti, infezioni delle vie respiratorie superiori, fumo, neoformazioni nelle cavità nasali, disturbi ormonali, problemi dentali, l’esposizione ad alcune sostanze chimiche, come ad esempio insetticidi e solventi, numerosi farmaci, tra cui alcuni antibiotici e antistaminici comuni.

COSA FARE ?
1 – Prestare maggiore attenzione agli odori percepiti, ginnastica olfattiva.
Occorre “allenare” il nostro olfatto a percepire i vari odori…imparare a descrivere gli odori
Prima di consumare un alimento, un piatto, una nostra ricetta gourmand consiglio di annusare, di descrivere gli odori percepiti, confrontare la vostra personale capacità olfattiva con il vostro coniuge o figlio o familiare.
Questa ginnastica olfattiva può migliorare l’olfatto con il passare del tempo.
La prossima volta che sorseggiamo una tazzina di caffè, prendiamoci il tempo di inalarne il profumo prima di bere. Quando stiamo per mordere un pezzo di formaggio molto forte, annusiamolo prima di mangiarlo.

ESERCITA IL NASO
2 – Cerchiamo di essere più consapevoli degli odori che incontriamo durante la vita quotidiana, possiamo esercitarci con un allenamento per l’olfatto.
Iniziamo con quattro odori che ci piacciono: caffè appena fatto, banana, sapone o shampoo o gorgonzola o altro formaggio.
Dedichiamo almeno un minuto della giornata ad annusare ciascun alimento in modo separato, così da stimolare i recettori del naso. Questa ginnastica olfattiva può migliorare l’olfatto con il passare del tempo.
Anche la visualizzazione degli odori è in grado di migliorare il senso dell’olfatto: passare del tempo a immaginare i profumi preferiti.

ATTIVITA’ MOTORIA E OLFATTO
3 – Recenti ricerche confermano che l’olfatto è più acuto dopo l’esercizio fisico.
Il motivo di questa connessione è sconosciuto, ma sono stati riportati molti casi in cui la persona mostrava una maggiore sensibilità agli odori dopo aver fatto attività motoria.
Maggiore ossigenazione e migliore metabolismo cerebrale generano una migliore funzione cerebrale e consentono di prevenire il decadimento cognitivo, cerebrale, associato ad una riduzione della capacità olfattiva.
Nelle prossime settimane ritornerò sul ruolo del naso in cucina.

Buona giornata in salute.

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.

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