L’assessore motosega colpisce ancora.
Dopo aver abbattuto pini e platani in varie parti della città, dopo aver tagliato veri e propri monumenti come il platano delle poste (vecchio e malato, diceva) o il pino di via Veneto, creando imbarazzo all’omonimo bar che dovrà cambiare l’insegna, ora il boscaiolo seriale annuncia un’altra serie di abbattimenti nei giardini dei Porcinai (quello adiacente alla stazione) e zone limitrofe.
Fanno troppa ombra ai nulla- facenti che lì vi stazionano e poi assorbono troppo inquinamento che è meglio entri nei polmoni delle suddette persone.
E poi a che cazzo servono gli alberi?
Vanno gestiti, potati, curati e sono tutti costi.
Non importa se così si vedrà meglio quella vasca sempre sporca, priva di acqua, ma piena di residui solidi organici.
Però abbiamo scoperto che la motosega che viene utilizzata dal tagliatore seriale è abilitata solo ad abbattere gli alberi di alto fusto.
Perché se andate in varie parti della città, ma basta solo che facciate una passeggiata intorno alla fortezza, per vedere una folta vegetazione che costeggia le mura, erba, erba incolta, lasciata germogliare da tempo, forse per rendere più selvaggia la zona e dare un brivido in più ai turisti.
O forse in previsione di un intervento che imiti quello della sindaca Raggi di Roma: pecore, pecore che risolvano il problema dell’erba alta.
In effetti abbiamo sentito nell’ultimo consiglio comunale molti belati.
Come quello dell’assessora caterpillar che ha lanciato un ultimatum bellicoso alle associazioni che gestivano la Casa delle culture, ora chiusa.
“Il gioco è bello quando dura poco” ha lanciato con il lanciafiamme l’assessora, indispettita per i comunicati che le associazioni che gestivano la struttura hanno avuto l’ardire di emettere.
Si, forse le pecore sono la soluzione ideale, non si noteranno nemmeno in una città agricola come Arezzo!
A cordiali espressioni di malaugurio, preferisco auspici di lunga vita; cosicché abbiano tempo
di pentirsi dei propri misfatti.