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Tutti a fare i propri bisogni in vicolo Appuntellato e via Sotto la Volta

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Un lettore che abita in zona ci segnala un problema che conosciamo in molti, ma facciamo spesso finta di non conoscere. I vicoli che collegano via Oberdan a via Pescioni (a monte) e a via Mannini verso valle, sono utilizzati come luogo di ritrovo da giovani più o meno sbandati che li usano per gli scopi più vari, incluso drogarsi, scrivere ogni cosa possibile sui muri (con bombolette spray o altro) ed espletare bisogni corporali. In una città nella quale l’amministrazione pubblica parla del decoro come di un marchio di fabbrica, dispiace vedere che certi luoghi vengono ignorati come se non esistessero. Eppure si trovano in pieno centro storico, a tiro dei turisti e a tre passi da piazza Grande. Tra l’altro sono vicoli suggestivi che meriterebbe tenere in ottime condizioni. Ecco il testo della lettera pervenuta all’Ortica.

Via Sotto la Volta, a due passi da Piazza Grande: una volta il cesso di Arezzo nel vero senso della parola (per molti anni c’è stato un vespasiano), attualmente sempre cesso, ma con l’aggravante che è il luogo di ritrovo, di giorno e di notte, di un nugolo di ragazzi, quasi tutti minorenni, che fumano spinelli, hanno imbrattato tutti i muri e le porte, lasciano bottiglie e rifiuti vari, anche organici. Il tutto perché non c’e alcun tipo di controllo da parte degli organi di Polizia, nonostante le numerose segnalazioni da parte dei residenti, che stanno raccogliendo firme, perché non ne possono più…..
P.S. Anche l’adiacente, bellissimo, Vicolo Appuntellato non è in migliori condizioni, soprattutto nella parte alta discendente da Via dei Pescioni, sotto l’arco: stupendi soggetti per le decine di turisti, che ogni giorno vanno e vengono da Piazza Grande e qui si soffermano per scattare fotografie !!

 

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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