Salendo lungo via Cesalpino, superata la chiesa di San Pier Piccolo, troviamo sulla destra la piccola chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, la cui sobria ed elegante facciata segnala all’osservatore attento la presenza di un raro quanto prezioso esempio di architettura settecentesca in terra aretina.
Realizzata tra il 1768 ed il 1776, su un terreno dei marchesi Albergotti contiguo al loro palazzo di via Cesalpino, la chiesa fu edificata per volere della stessa famiglia e donata all’antica Compagnia di Santa Caterina, fondata nel Trecento o primissimo Quattrocento.
Progettata dal raffinato architetto fiorentino Giovanni Fabbroni, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria si distingue per il compiuto accordo tra architettura esterna ed interna. Alla facciata, coranata dal frontone curvilineo e decorata con riquadrature ed ovali ad intonaco in leggero aggetto, corrisponde un interno slanciato ed armonioso a navata unica, impreziosito da eleganti stucchi che sottolineano il moderato gusto barocco che anima l’intero edificio.
Per le decorazioni a stucco gli Albergotti si rivolsero a valide maestranze settentrionali itineranti ed in particolare ai ‘milanesi’ Giuliano e Domenico Rusca, attivi anche a Firenze.
Gli abbellimenti pittorici furono commissionati al siciliano Mattia de Mare, operoso a Roma, che per l’altare maggiore realizzò un’interessante pala con Santa Caterina e San Donato alle cui spalle si apre una veduta della città di Arezzo ed in particolare della cattedrale nel suo aspetto settecentesco.
Chiusa ormai da diversi anni, la chiesa di Santa Caterina è per lo più sconosciuta ai giovani aretini che non hanno avuto occasione di visitare questo significativo e compiuto esempio di arte barocca nel cuore della città.La graziosa chiesa di Santa Caterina d’Alessandria tornò proprietà degli Albergotti già nel 1785 in seguito alla soppressione della Compagnia di Santa Caterina su decreto di Leopoldo I. La Compagnia, ricostituitasi nel 1791 ebbe di nuovo in uso la chiesa ma non la proprietà. Sciolta nuovamente la compagnia nel 1908 la chiesa fu venduta dai marchesi Albergotti ai Servi di Maria.