19 C
Comune di Arezzo
mercoledì, Aprile 30, 2025
HomeProvocazioniIl cartello immortale: simbolo di inefficienza e surrealismo urbano

Il cartello immortale: simbolo di inefficienza e surrealismo urbano

Segnaletica o installazione artistica? Il mistero del cartello che nessuno rimuove

-

Arezzo, città d’arte e cultura, terra di Piero della Francesca, patria dell’oro e… del cartello eterno. Sì, perché sulla tangenziale, all’altezza dell’incrocio tra via Setteponti e via Fiorentina, campeggia da mesi un cartello che definire fuorviante sarebbe un eufemismo. Recita un divieto di svolta che, a quanto pare, non esiste più da tempo. Una piccola opera d’arte dell’assurdo che, con la sua elegante inutilità, arricchisce il panorama urbano.

Un’installazione involontaria, un omaggio alla memoria storica? Forse un richiamo alla grande tradizione dell’arte concettuale, dove l’idea di segnaletica viene superata e si entra nel campo della filosofia esistenziale: “Cosa è vero? Cosa è falso? Dove posso girare davvero?”

A quanto sembra, la svolta verso San Leo è consentita, ma il cartello dice il contrario. Un paradosso alla Escher che sfida la logica e il senso comune. Un’opera talmente ben riuscita che nessuno ha avuto il cuore di rimuoverla. O forse, più semplicemente, nessuno l’ha notata. E dire che qualche occhio attento ci sarà pur passato davanti: pattuglie, tecnici della segnaletica, automobilisti, ciclisti, pedoni, piccioni… eppure, nulla. Un silenzio assordante, un’inerzia che grida al cielo (o meglio, alla tangenziale).

E così, mentre in altre città si discute di mobilità sostenibile, piste ciclabili e smart road, ad Arezzo si sperimenta la nuova frontiera del “Cartello Inamovibile”. D’altra parte, se è lì da mesi senza che nessuno lo tolga, una ragione ci sarà. Forse è diventato parte integrante del paesaggio, un simbolo della città, un monito per i posteri.

Oppure, più semplicemente, è solo l’ennesima prova che il controllo del territorio è un concetto molto flessibile. Del resto, perché occuparsi di un dettaglio insignificante come un cartello sbagliato? Non sarà mica una di quelle cose che contribuiscono al decoro urbano e alla sicurezza stradale!

In attesa che qualcuno si accorga di lui e decida di toglierlo (magari nel 2030, quando diventerà patrimonio UNESCO), il cartello rimane lì, impassibile, fiero della sua inutile esistenza. Un simbolo del “ci penseremo domani” all’italiana, un’opera d’arte involontaria che, con la sua presenza, ci ricorda che la vera eccellenza è nell’indifferenza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.
- Advertisment -
clickandfly dervizi foto video con drone o senza per agriturismi cantine

Dello stesso autore

Sostieni L'Ortica

Un gesto per coltivare l'informazione libera.
Sostenere l'Ortica significa dare valore al giornalismo indipendente.
Con una donazione puoi contribuire concretamente al nostro impegno nel fornire notizie senza condizionamenti.
Ogni piccolo sostegno conta: unisciti a noi nella nostra missione per un'informazione libera e imparziale.
Grazie per il tuo sostegno prezioso.
Dona con Paypal