Non lo scegliamo, ma ci resta cucito addosso per tutta la vita. È il nostro nome, quella parola che ci identifica ancora prima che impariamo a parlare o a camminare. Ci viene dato quando siamo ancora nel grembo o appena venuti al mondo. Ma già allora, contiene una storia.
Il nome nasce spesso da un’attesa: notti insonni, paure taciute, sogni sussurrati. I genitori lo pensano, lo pronunciano, lo scrivono su fogli pieni di speranza. E quando finalmente si decidono, quella parola diventa la prima carezza che ci avvolge.
Un nome può essere ereditato da un nonno, scelto per il suono, per il significato, per un ricordo. Può essere antico, moderno, raro o comunissimo. Ma qualunque sia, è un piccolo timbro che ci accompagna lungo tutto il cammino su questa terra, e oltre la nostra dipartita. Da quel momento, sarà con noi ovunque andremo.
Anche quando cresciamo, cambiamo città, lavoro, abitudini, l’unica cosa che resta sempre è quel nome. Lo portiamo sulle bollette, sui diplomi, sulle tessere, sui campanelli, in fondo a un’e-mail o a un messaggio d’amore. Lo ascoltiamo pronunciato con dolcezza, con rabbia, con rispetto o con disattenzione. Ma resta nostro!
A volte ci si sente in sintonia con il proprio nome. Altre volte un po’ in disaccordo, come se raccontasse qualcosa che non ci rappresenta più — o che non ci ha mai rappresentato. Quante volte, nella vita, abbiamo pensato di cambiarlo? Di lasciarcelo alle spalle? Ma non tutti ne hanno la forza. Alcuni sì: scavano tra le carte, compilano moduli, lo seppelliscono sotto firme e bolli, tradendo consapevolmente o superficialmente le attese di chi lo scelse. Eppure…è stato il primo sigillo. La prima identità affidata.
E così, anche quando la voce di chi ci ha generato si fa lontana o si spegne, quel nome rimane. Come un filo che ci lega a chi ci ha voluti, accolti, amati. Una scelta fatta per amore o per istinto, per tradizione o per ribellione. Ma pur sempre una scelta che dice: “Tu sei. Tu esisti.”
Ci si può vestire in mille modi diversi, cambiare mille volte strada. Ma quel nome…
Quel nome è come pelle.
Un segno leggero e potente.
Un piccolo mistero che ci portiamo dentro.
E se ci capita di amarlo, come accade a me, è una fortuna.
E se invece non ci somiglia, proviamo a perdonare — con il cuore — quella giovane coppia che l’ha scelto con infinita dedizione, in un tempo di attesa e speranza.
Perché dentro ogni nome donato, c’è già una benedizione.
S.S.C.