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venerdì, Marzo 28, 2025
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La bussola è cambiata : ritorno alle radici

Dalla frenesia del consumo al valore delle radici: una nuova consapevolezza trasforma sogni e priorità

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Sognavamo un tempo ricchezze e città, le luci lontane, gli orizzonti mai fermi. Ci sembrava che il futuro fosse lì, nelle strade illuminate dei grandi centri, nei grattacieli che toccavano il cielo, nelle vetrine che riflettevano desideri sempre nuovi. Il mondo ci diceva che bastava andare, costruire, accumulare. Che la felicità stava nello spazio da conquistare, nelle cose da possedere, nei viaggi senza fine, nel poter scegliere tra mille possibilità.

E ci abbiamo creduto. Abbiamo corso, riempito le agende, prenotato voli, acquistato case più grandi, macchine più veloci. Abbiamo ceduto all’idea che “più fosse sinonimo di meglio”, che il progresso fosse una strada a senso unico, che il tempo si potesse gestire come una risorsa infinita.

Poi, senza preavviso, il mondo si è fatto più stretto. Non è stato solo il chiudersi delle porte o il silenzio improvviso nelle strade. È stato il risveglio, lo scoprire sulla nostra pelle quanto fosse fragile tutto ciò che davamo per scontato. Abbiamo smesso di correre, di inseguire, di riempire ogni istante con un’azione. E in quel vuoto improvviso, in quella pausa forzata, abbiamo iniziato a “sentir.

A sentire il bisogno di aria, di cielo, di terra. A capire che una casa non è solo un tetto, ma anche la luce che entra la mattina, il vento che muove le tende, lo spazio per poter respirare. Che il benessere non è nel superfluo, ma nel necessario che nutre l’anima: un tramonto visto senza fretta, il silenzio di una sera d’estate, il profumo della pioggia sulla terra.

Così, piano piano, la bussola è cambiata. I sogni si sono spostati. Non più solo viaggi esotici e lussi effimeri, ma la ricerca di un contatto più vero con il mondo. C’è chi vuole un piccolo orto, chi sogna un casolare lontano dal caos, chi sente il richiamo delle radici, della terra di famiglia da custodire., chi vuol contribuire a proteggere le api, chi diventa vegetariano, chi vegano, chi professa che tutti gli animali (da anima) sono esseri senzienti che amano i loro cuccioli come noi stessi la nostra prole. Chi non ha mai dato importanza a un balcone, ora lo vive come un rifugio prezioso. Chi prima cercava il centro, oggi cerca il margine, il confine tra uomo e natura.

Non è una fuga, né una rinuncia. È un ritorno a ciò che conta davvero. Non per moda, non per paura, ma per una consapevolezza diversa: che il tempo non è infinito, che la natura non è solo un fondale delle nostre vite, ma parte di noi. Che non possiamo più ignorarla, né darla per scontata.

Abbiamo anche riscoperto una verità semplice: le cose più belle della vita sono quelle che non si possono comprare. Sono completamente gratuite!
Un tramonto che incendia il cielo. Il profumo dell’erba dopo la pioggia. Il suono del mare di notte.
Un abbraccio sincero, uno sguardo che capisce senza bisogno di parole, il sorriso di un bambino che si illumina senza motivo.
Abbiamo inseguito tanto, eppure la vera ricchezza è sempre stata lì, nelle piccole cose che non hanno prezzo, ma riempiono il cuore.

E allora dovremmo lasciare qualcosa di noi che possa durare.
Dovremmo piantare un albero, per restituire ossigeno a chi verrà, per affidare alle radici il nostro passaggio, per dare ombra e respiro a un futuro che non ci appartiene ancora.
Dovremmo scrivere qualcosa, non per gloria, ma per tramandare un pensiero, un’idea, un pezzo di storia, perché la parola è il solo modo per parlare anche quando non ci siamo più.
Dovremmo crescere qualcuno, un figlio, un allievo, chiunque possa ricevere il meglio di ciò che abbiamo imparato e portarlo avanti, oltre i nostri confini.

Perché tutto ciò che ci sopravvive, tutto ciò che lascia traccia, è vivo.
E forse è proprio questo il sogno più grande: lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. e capire che, tanto più le nostre scelte ci allontanano dalle leggi della natura, tanto più sbagliamo il passo. S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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