9.5 C
Comune di Arezzo
giovedì, Maggio 1, 2025
HomeBlogsIl grande inganno digitale: UFO, Matrix e il futuro della percezione

Il grande inganno digitale: UFO, Matrix e il futuro della percezione

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, la linea tra reale e artificiale si assottiglia. Siamo pronti a distinguere la verità dall’inganno?

-

Oggi distinguere il vero dal falso è diventato quasi impossibile. La tecnologia ci ha portato a un punto in cui tutto può essere creato, simulato, manipolato. Video, immagini, notizie, persino le nostre stesse percezioni possono essere alterate con un click!

Ma io, nel 1973, ho visto un disco volante a otto metri da me. Era lì, non un’illusione, non un ologramma, non un sogno. L’ho visto con i miei occhi. E vorrei che fosse chiaro che non sono una persona incline a visioni o allucinazioni: non bevo, non fumo, non mi sono mai drogata, non ho mai fatto neanche una canna. E soprattutto, erano le dieci di sera, un orario in cui sono particolarmente lucida, perché io sono un “gufo”, la notte per me è il momento di massima attenzione. Questo per dire che non era una suggestione, non era un gioco della mente.

Eppure, ancora oggi, c’è chi ride. Ho amici che non hanno mai visto nulla di strano nei cieli, e altri che hanno vissuto esperienze incredibili. Ma tra tutti, io sono stata quella che l’ha visto più da vicino. Un’astronave che ha aperto un varco di luce, un evento che per me non ha mai lasciato spazio a dubbi: gli alieni esistono.

Noi sorvoliamo i cieli delle tribù più primitive, come i boscimani e i pigmei. Per loro, gli aerei sono segni divini, li venerano come una “religione cargo”. Allo stesso modo, noi guardiamo gli UFO con lo stesso stupore. Forse siamo noi i boscimani di qualcun altro.

Nel 1973 gli aerei erano caffettiere volanti. I Jumbo Jet erano il massimo della tecnologia aerea, ma nessuna nazione avrebbe potuto emulare i movimenti di quegli oggetti non identificati. Quello che ho visto io non era roba terrestre. Oggi la tecnologia ci permette di creare illusioni sempre più sofisticate. Il Progetto “Blue Beam”, teorizzato nel 1994, ipotizza l’uso di ologrammi per simulare invasioni aliene o eventi mistici, manipolando le masse. Se nel ‘73 quegli oggetti erano reali, oggi non possiamo più dire con certezza cosa lo sia.

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ridefinisce la nostra percezione del mondo. Strategie digitali manipolano emozioni e decisioni, mentre fake news e algoritmi ci chiudono in bolle sempre più strette. La politica è diventata un gioco di specchi, leader carismatici sfruttano il caos per governare attraverso il controllo delle percezioni.

Ma la domanda chiave rimane: fino a che punto siamo ancora in grado di distinguere il vero dal falso? Realtà aumentata e intelligenza artificiale promettono meraviglie, ma nascondono inganni sempre più sofisticati.

E qui mi torna un pensiero. Sono nata nel 1955 e come tutti mi sono chiesta da dove veniamo, dove andiamo, perché siamo qui. A volte mi ha sfiorato l’idea che potremmo vivere in una simulazione, un Matrix. Se questa sensazione l’ho avuta io, cresciuta in un’epoca ancora tangibile, che ne sarà delle nuove generazioni?

I nostri figli, nipoti e pronipoti cresceranno in un mondo in cui il confine tra reale e artificiale sarà quasi inesistente. Un universo simile a un gioco virtuale, costruito, programmato. Altro che transumanesimo: qui andiamo oltre, oltre ciò che un tempo definivamo umano.

Siamo pronti per il futuro che ci attende? Un futuro in cui la realtà stessa potrebbe essere un’illusione, la nostra coscienza qualcosa di modellabile, modificabile, persino sostituibile. Abbiamo gli strumenti per navigare in questo nuovo mondo? Per discernere la verità in un mare di simulazioni?

E soprattutto, chi detiene il controllo della nostra realtà? È una domanda che non possiamo più permetterci di ignorare. Perché la realtà non è solo ciò che vediamo, ma ciò in cui scegliamo di credere.
S.S.C.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
- Advertisment -
clickandfly dervizi foto video con drone o senza per agriturismi cantine

Dello stesso autore

Sostieni L'Ortica

Un gesto per coltivare l'informazione libera.
Sostenere l'Ortica significa dare valore al giornalismo indipendente.
Con una donazione puoi contribuire concretamente al nostro impegno nel fornire notizie senza condizionamenti.
Ogni piccolo sostegno conta: unisciti a noi nella nostra missione per un'informazione libera e imparziale.
Grazie per il tuo sostegno prezioso.
Dona con Paypal