Ci sono attimi che si scolpiscono nella memoria, più nitidi di un volto, più persistenti di un nome. Non sappiamo perché proprio quei momenti rimangano impressi, come fotogrammi sospesi nel tempo. Eppure, ci accompagnano, riaffiorano all’improvviso, come il riflesso del sole su una finestra, o un momento intimo con un amico peloso o il suono lontano di una risata che non abbiamo mai dimenticato.
A volte sono legati a una persona, a una voce, a uno sguardo che ci ha segnato. Altre volte sono i luoghi a imprimersi dentro di noi: la curva di una strada percorsa mille volte, il profilo di un paese che ancora ci abita dentro, la soglia di casa dove tornavamo ogni giorno, senza sapere che un giorno ne avremmo sentito la nostalgia. Ma forse più di tutto sono i sapori dell’infanzia a restare. Il pane con il burro e lo zucchero, la minestra della nonna, il profumo del pane nell’aria, la frutta rubata dall’albero. Sono questi i sapori che ci accompagnano per tutta la vita, capaci di riportarci indietro con una sola forchettata, in un viaggio che non ha bisogno di tempo né di spazio.
E poi ci sono gli innamoramenti, quelli che ci hanno tolto il fiato, che ci hanno fatto battere il cuore all’impazzata, che ci hanno resi vivi, vulnerabili, felici e disperati insieme. I piccoli successi lavorativi, quelle soddisfazioni che forse per gli altri erano niente, ma per noi significavano tutto. E le tappe fondamentali della vita: fidanzarsi, sposarsi, avere figli, diventare nonni. Ogni fase porta con sé nuovi momenti da custodire, dettagli che, anche se sembrano sbiadirsi, in realtà non ci lasciano mai.
Scorrendo le foto sul cellulare, a volte mi stupisco: quanta vita mi è passata tra le mani!Quante giornate, quanti istanti che al tempo sembravano normali e che oggi ritrovo solo grazie a quei fotogrammi. La memoria è strana: trattiene quello che vuole, lascia andare il resto. Ma una cosa è certa: sono soprattutto i ricordi belli quelli che rimangono. Quelli dell’infanzia, della giovinezza, degli anni in cui tutto sembrava ancora possibile.
E con il tempo, ci si accorge anche di un’altra cosa: l’anima non invecchia. Si matura intorno ai trent’anni, forse trentacinque, e poi resta così per sempre. Puoi avere 94 anni, come mio marito, e dentro sentirti ancora lo stesso di allora. Perché la giovinezza dell’anima non ha a che fare con l’età, ma con ciò che ci ha nutrito davvero: le persone che abbiamo amato, i luoghi che ci hanno accolto, le emozioni che ci hanno attraversato.
Forse siamo proprio questo: un intreccio di ricordi, di sapori, di immagini che riaffiorano quando meno ce lo aspettiamo. Un mosaico fatto di frammenti preziosi, quelli che la vita ci ha donato e che non ci lasceranno mai.
S.S.C.