La vita di Ludovico di Giovanni de’ Medici, noto come Giovanni dalle Bande Nere, riflette la pericolosità e le tensioni dei suoi tempi: lotte intestine, brama di potere e intrighi familiari, senza scrupoli, nemmeno a costo della vita.
Giovanni nacque nel 1498 a Forlì, figlio di Caterina Sforza, signora di Imola e Forlì, e di Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici. Dopo la morte del padre, sua madre dovette fuggire a Firenze, minacciata dalle forze papali di Cesare Borgia. Anche a Firenze, però, i conflitti non cessarono: per una disputa sull’eredità tra Caterina e Lorenzo de’ Medici, la donna dovette nascondere il figlio, travestendolo persino da femmina.
Alla morte di Caterina, nel 1509, Giovanni fu affidato a Jacopo Salviati, marito di una nipote di Lorenzo il Magnifico. Irrequieto e turbolento, già a quindici anni si rese colpevole di un omicidio e fu mandato a Roma. Qui entrò nelle milizie di Leone X e affinò le sue capacità marziali. Si narra che, durante un incontro con un mercenario della famiglia Orsini, noto come Brancaccio, Giovanni lo affrontò e lo trafisse con la spada, dimostrando la sua abilità nel combattimento, appresa nel castello del Trebbio sotto la guida di maestri d’armi.
Mandato al nord, a Reggio Emilia, Giovanni conobbe Pietro l’Aretino, con cui instaurò una profonda amicizia. Anche qui fu coinvolto in conflitti familiari: difese la sorellastra, Bianca Riario, nata da un precedente matrimonio di Caterina Sforza, da pretese ereditarie.
Le milizie guidate da Giovanni, inizialmente con insegne bianche e viola, cambiarono il viola in nero dopo la morte di Leone X, zio di Giovanni. Questo gesto gli valse il soprannome di “Giovanni dalle Bande Nere”.
Abile stratega, prediligeva tattiche di guerriglia e una cavalleria leggera, dimostrando di essere un innovatore in campo militare. Servì due papi, Leone X e Clemente VII, entrambi più interessati al potere temporale che alle questioni spirituali.
La vita di Giovanni fu un intreccio di parentele conflittuali, battaglie e scandali. La sua eredità fu tramandata attraverso il figlio Cosimo, nato dal matrimonio con Maria Salviati, che sarebbe diventato il primo Granduca di Toscana.
Con una nonna guerriera e un padre avventuriero, Cosimo incarnò la sintesi di un’epoca di intrighi, guerre e trasformazioni. Giovanni rimane un simbolo del suo tempo: un uomo di azione in un mondo dominato da ambizioni sfrenate e lotte fratricide.