L’encausto è un’antichissima tecnica di pittura utilizzata su legno, muro, terracotta, marmo e persino avorio. Essa ha origine nell’antico Egitto, ma fu adottata e perfezionata anche dai Greci e dai Romani. Gli elementi fondamentali di questa tecnica sono la cera e il fuoco: la cera poteva essere applicata a pennello o con un ferro riscaldato.
Curiosamente, il metodo di preparazione della sciolina per gli sci, usato ancora oggi, ricorda molto questa antica tecnica. Tornando alla pittura, Plinio il Vecchio descriveva tre diversi metodi per l’encausto:
- A stiletto: consisteva nel miscelare i colori alla cera fusa e applicarli utilizzando la punta di uno stiletto.
- Su avorio: anch’esso realizzato con l’uso dello stiletto, per decorare superfici preziose.
- Con pennelli grossi: si mescolavano colori, gomme e resine, creando una miscela da stendere con pennelli di grandi dimensioni.
Un elemento fondamentale di questi metodi era, ed è tuttora, la cera punica, ottenuta miscelando cera pura in acqua bollente insieme a soda (nell’antichità) o carbonato di sodio (oggi). In questa soluzione acquosa si mescolano i pigmenti, ottenendo una sorta di tempera.
Dopo l’applicazione del colore, il dipinto veniva esposto a una fonte di calore intenso, che scioglieva leggermente la cera, conferendo all’opera una lucentezza e uno splendore unici.
Molti dipinti di Ercolano e Pompei furono realizzati con questa tecnica. Sebbene a volte venissero utilizzate colle animali, queste non riuscivano a dare la stessa brillantezza dei lavori eseguiti con la cera punica.