Vi sembrerà strano, ma il sommo maestro di Dante, Virgilio, su consiglio di Mecenate, ha fatto sbarcare Enea a Pomezia invece che in Maremma.
Andiamo con ordine: Mecenate, forse nipote o figlio di un Lucumone di Arezzo, sicuramente appartenente a una delle più importanti famiglie di quella città e molto vicino a Ottaviano (quest’ultimo adottato da Giulio Cesare), doveva far apparire l’imperatore come un discendente di una famiglia di stirpe reale. Questo era fondamentale per giustificare il potere monarchico.
Virgilio, quindi, ci racconta alcune “balle” per attribuire un’origine nobile alla famiglia Giulia. Studi recenti sul DNA hanno evidenziato vaste similitudini con i popoli antichi dell’Anatolia per parte paterna, ma anche con alcune isole greche, Creta inclusa. Per parte materna, invece, sono emerse affinità con Umbri, Liguri e altre popolazioni non identificabili con certezza.
Circa 3.000 anni fa, probabilmente a causa di un cambiamento climatico che provocò siccità, insieme alle guerre, le popolazioni dell’Asia Minore si diedero alla pirateria. Questi gruppi di esuli e banditi erano prevalentemente composti da uomini che, giunti in nuove terre, presero in sposa donne locali. Due furono le principali zone dei loro sbarchi: Toscana e Campania, dove infatti ritroviamo questa affinità genetica con i popoli dell’Anatolia.
Ma allora, chi era davvero Ottaviano? Solo il figlio di un mediatore di bestiame di Velletri, adottato da Giulio Cesare e privo di qualsiasi legame diretto con Enea.