Il genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa, progettò e fece costruire il Pantheon nell’anno 27 a.C., dedicandolo alla dea Cibele, la dea della natura, della montagna e degli animali selvatici. Tuttavia, il nome “Pantheon”, derivante dal greco pan (tutti) e theos (dei), suggerisce una dedica a tutti gli dèi, passati, presenti e futuri, come se si intuisse già che, qualche decennio dopo, sarebbe nato Gesù.
Il Pantheon fu riedificato da Adriano, che volle mantenere l’iscrizione originale con il nome di Agrippa sul portico, ma trasformò radicalmente il tempio, ruotandolo di 180 gradi. Adriano aggiunse il famoso portico d’ingresso e realizzò la cupola con l’”oculus” centrale, un’apertura circolare dalla quale il 21 aprile (data tradizionale della fondazione di Roma), il sole illumina perfettamente l’interno. Questa ricostruzione avvenne in soli sette anni, tra il 118 e il 125 d.C., utilizzando materiali cementizi innovativi e senza armatura. Sorprendentemente, la cupola è rimasta intatta per quasi 1900 anni!
Un’altra particolarità del Pantheon è che, nonostante l’oculus aperto, la pioggia non entra: le correnti d’aria ascensionali, con effetto camino, lo impediscono.
Saccheggiato dai barbari, il Pantheon fu donato nel 609 d.C. dall’imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV, che lo consacrò al culto cattolico come Basilica di Santa Maria ad Martyres, in memoria dei martiri cristiani. Si racconta che ben 28 carri di reliquie di martiri furono trasportati qui per l’occasione.
Un altro Bonifacio, Bonifacio VIII, nel 1300 indisse il primo Giubileo. Ma cos’è questo Giubileo? Si tratta della remissione dei peccati concessa a coloro che si recano a Roma e compiono determinati atti religiosi.
Nel 1300 Roma era caduta in parte nell’oblio, e c’erano ancora forti contrasti tra l’Imperatore e alcuni vescovi da una parte e il Papato dall’altra. Bonifacio VIII cercava di riaffermare la centralità della Chiesa di Roma come unico centro di potere politico e religioso. Tuttavia, i suoi sforzi non furono sufficienti: nel 1303 Sciarra Colonna e Giacomo Colonna lo fecero arrestare; sebbene poi liberato dai suoi concittadini, Roma continuò a subire le divisioni interne con i ghibellini che si mossero contro la città.
Il Giubileo del 1300 fu un’occasione di grande richiamo, con un’ampia partecipazione di fedeli. Potremmo dire che fu una sorta di “pubblicità” per Roma, offrendo una “liquidazione dei peccati” che attirò pellegrini da ogni dove.
Sciarra è Giacomo!!