“Le nostre catene sono spezzate!” Il proclama della rivoluzione partita da Arezzo
È scosso il ferreo giogo della servitù, abbiamo disperso la forza straniera che aveva gravato sul nostro collo per 3 anni, e con la vittoria vi riportiamo la politica, la libertà civile, che vi era stata tolta.
Su, Toscani, prendete le armi! Nessuno può rimanere neutrale, guardate le pianure aretine che vennero stuprate: hanno visto scappare le truppe francesi, e al suono dei nostri tamburi le truppe degli invasori impallidiscono.
Si combatte per la Religione: la costituzione francese le ammette tutte, ma non ne riconosce nessuna (come ora! Paraculi con Hitler, Putin e altri, ma hanno sempre una concezione imperiale napoleonica), opprime, perseguita e non dà sussistenza ai ministri del culto.
Si combatte per la Giustizia: entrarono pacificamente, cacciando il nostro Principe, che da tempo aveva espresso la sua neutralità, e saccheggiarono musei e altro, portando via opere d’arte e altre nostre storiche ricchezze.Continua a leggere
Arezzo Sotto l’Occupazione Francese (1799)
Il Capitano, cittadino francese Lavergne, comandante in Arezzo della guarnigione per la Repubblica Francese, poiché alcuni soldati bevevano o pranzavano senza pagare i gestori delle osterie, dei caffè e delle stesse locande, dove andavano accompagnati da facili donzelle, emanò un’ordinanza al fine di prevenire qualsiasi controversia.
“I caffettieri, locandieri e osti devono farsi pagare anticipatamente per ogni servizio, bevanda o alimento fornito. Inoltre, dopo l’orario di ritirata delle ore 19, è vietato servire cibi o bevande ai soldati. È obbligatorio comunicare a questo comando, entro tre ore, il nome, cognome e provenienza di ogni forestiero che alloggia nelle locande cittadine, pena multe pecuniarie e arresto.”
Quanto sopra fu necessario poiché si erano creati dei disordini per mancati pagamenti, e molti esercenti erano andati a reclamare, eccetto le donne di facili costumi, che avevano altri mezzi coercitivi…Continua a leggere