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Ai Stories: Urlo in scatola

La sua vita è una collezione di cose invisibili, conservate in scatole pronte a esplodere. Urla, frammenti, e un mistero che nessuno conosce, se non lui

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La prima cosa che mise in scatola fu un’unghia. Perché le unghie crescono, indiscriminatamente. Perché le unghie nascondono e conservano e, sebbene ci sia chi se le mangia, non sono buone da buttar giù. Perché le unghie feriscono. Perché sembrano forti ma poi, immancabilmente, si spezzano. Ne mise in scatola più di un milione.
Nel frattempo si dedicò a studi scientifici e fu uno di quelli che gli altri chiamano “cervelli in fuga”. Gli altri, quelli che restano, nessuno sa perché.
In una scatola infilò la barba dei suoi vent’anni. Gli sembrava ingiusto che continuasse a crescere. Lei, almeno lei, poteva fermarsi. E la fermò. Ci avrebbe messo anche la faccia, se avesse potuto. Ma non poteva. Non ancora.
Nel frattempo aveva posato i piedi in un laboratorio tutto suo, con tanto di fornelli, provette e alambicchi. L’istituzione universitaria era prestigiosa. C’era il suo nome sulla targhetta affissa alla porta.
Quando infilò nella scatola il suo primo urlo la scatola sembrò resistere ma poi scoppiò. Volarono pezzi di cartone dappertutto, sembrava carnevale.
Era il logaritmo, si disse. Spazzò scuotendo la testa per tutto il tempo e poi riprese a studiare.
Da allora mette in scatola e conserva almeno un urlo a settimana. A volte anche di più, dipende dal lavoro, dagli amici, dagli impegni. Dal tempo che ha per urlare, ché non basta mai.
Ogni tanto ne carica in macchina una ventina, di quelle scatole, e va ad aprirle nel bosco. Non sembra ci siano controindicazioni a parte il movimento di uccelli nell’aria, come dopo un grande botto. Potrebbe tornare perfino utile a qualche cacciatore. Ogni tanto ci pensa.
In ogni modo, a modo suo, è felice.
Lo conoscono come quello silenzioso. Quello buono. Quello posato che non s’arrabbia mai.
Quello che porta a casa le scatole vuote. Nessuno sa perché.

Si segnala che l’immagine è parte di un processo creativo che ha chiamato in causa l’intelligenza artificiale. Da qui il nome della serie “Ai Stories”.

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Gianni Micheli
Gianni Michelihttp://www.giannimicheli.it
Gianni Micheli Giornalista, scrittore, regista, attore, musicista e collezionista di storie. Sulla carta, sul web, in teatro e a scuola, ha una particolare predilezione per la scrittura creativa, la drammaturgia dedicata all’infanzia, la multiculturalità e per il teatro civile. Dal 2012 è uno degli autori della Staffetta di Scrittura Creativa organizzata da BiMed (Biennale della Scienze e delle Arti del Mediterraneo). Nel 2020 è uscito Testone il piccione, Vertigo Edizioni. Nel 2021 con Lezioni d’amore e di chitarra, Edizioni Helicon. Ha collaborato, tra gli altri, con Stefano Massini, Ottavia Piccolo, Amanda Sandrelli, Dario Brunori, Margherita Vicario, Moni Ovadia, Marisa Fabbri. È apparso sulla Rai e La7. Parte dello staff di Officine della Cultura è responsabile dell’ufficio stampa di alcuni importanti festival nazionali. È tra i fondatori dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. www.giannimicheli.it - www.giannimicheli.eu

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