Era una comunità che viveva ancora nelle caverne di Fonte Vetriana, alle pendici del Monte Cetona, sopra Sarteano, in provincia di Siena. Polo, noto in zona per la sua fama di seduttore, aveva ideato un modo per catturare le sue prede senza bisogno di inseguirle.
Forte della sua abilità nel cavalcare senza sella e nell’arte della caccia, decise di provare qualcosa di nuovo: una giovane cavalla, scappata dalla mandria di Pierantonio, gli diede l’ispirazione. La cavalcò a pelo, lanciandosi dietro le sue prede con una mazza. Fu così che Polo divenne uno dei primi cacciatori a cavallo con mazza, gettando le basi di uno sport antico e introducendo nel Senese, proprio come al Palio, le prime cavalcate a pelo.
Un giorno, però, Polo dovette fare i conti con un imprevisto: la sua cavalla Lella non era disponibile, essendo rimasta incinta di Ringo, un asino del posto, e prossima a partorire un mulo. Costretto a trovare una soluzione alternativa, escogitò un ingegnoso stratagemma per catturare le sue prede.
Scavò una profonda buca all’uscita di un sentiero, sul limitare del bosco, e si posizionò dall’altro lato della radura. Da lì iniziò a cantare Binario di Claudio Villa:
“Vecchio casellante che fermo te ne stai,
dimmi come mai
non vedi che il mio amore fugge via lontano
e io lo inseguo invano…”
Attirati dal suono della sua voce, i cinghiali e le lepri si diressero verso di lui, finendo uno dopo l’altro nella profonda trappola. Polo riuscì così ad assicurarsi un rifornimento stabile di animali, trasformandosi da cacciatore in allevatore.