Dentro di noi esiste un giardino segreto, un luogo nascosto e sacro, dove il nostro io più autentico vive al riparo dalle luci del mondo. È uno spazio intimo, dove convivono i nostri atti migliori, quelli nascosti, custoditi in silenzio, e anche quelli di cui ci pentiamo, seminati tra i solchi della nostra anima. Un luogo che non è fatto di menzogne, ma di riserbo, di quella consapevolezza che non tutto può, o deve, essere rivelato.
Alcuni vivono in questo giardino senza neanche rendersi conto della sua esistenza. Ma c’è chi invece conosce bene la porta nascosta che conduce lì e tiene strette le chiavi, consapevole che in quel giardino risiede la parte più pura e più fragile di sé. Poche volte, in rarissimi momenti, capita di desiderare di svelare uno spiraglio, di far entrare qualcuno per condividere quel carico, per confidare un segreto o un’inquietudine. Eppure, ogni volta che apriamo anche solo una fessura di quella porta, sembra quasi che ci pentiamo subito, come se l’aria esterna fosse troppo fredda, troppo cruda per quelle verità così delicate. Ogni volta che ho confidato una parte di me, per esempio, ho sentito la necessità di richiudere in fretta, come a proteggere quel luogo dall’intrusione.
In fondo, sappiamo che alcune cose devono rimanere solo nostre, senza bisogno di parole o spiegazioni. Sottacere non vuol dire mentire… Le persone forti non rivelano mai tutto di sé: parlano poco, agiscono con discrezione, lasciando che le azioni parlino per loro. È una scelta di chi sa custodire il proprio valore senza bisogno di sbandierarlo. Al contrario, chi racconta tutto, chi mette in piazza ogni pensiero e ogni gesto, spesso si espone alle critiche, offrendo involontariamente il proprio fianco a chi cerca solo di giudicare o di approfittarne. I “quaraquaqua”, come li chiamo, mettono in scena se stessi per farsi notare, senza rendersi conto di spalancare quella porta intima a sguardi a volte, anzi spesso…malevoli.
Ognuno di noi porta sulle spalle la propria guida e il proprio demone, come due lupi che ci accompagnano e ci suggeriscono sentieri diversi. C’è un angelo che ci tiene per mano e ci spinge a restare sulla via giusta, e poi c’è il canto del diavolo, che con le sue promesse cerca di trascinarci altrove. Ciascuno di noi decide ogni giorno chi nutrire, a chi dare ascolto, ed è da questa scelta che si forma ciò che siamo davvero. Immagino di avere due lupi alle spalle: uno bianco, fedele, che rappresenta il bene e la forza; e uno scuro, aggressivo, che spinge verso l’inganno e il dubbio. E sta a me scegliere quale dei due lasciare avvicinarsi di più.
Non esistono scuse. Questo giardino segreto non è fatto per giustificare nulla, ma per ricordarci di scegliere consapevolmente, di custodire ciò che è nostro, di agire con sincerità. Alla fine, il giardino segreto è la prova che il nostro io più vero non ha bisogno di spettatori: è l’angolo del nostro cuore dove siamo puri, liberi e, forse, davvero noi stessi. S.S.C