Durante le mie avventure sciistiche, ricordo un episodio piuttosto surreale in cui, dopo una mattina da film di Fantozzi, mi ritrovai nel bagno di un hotel, mentre stavo cercando di riprendere il controllo della situazione. Fu in quel momento che incontrai uno dei megadirettori, anzi, il grandirettore del personale, che, trovandomi in quella posizione piuttosto imbarazzante, mi domandò: “Che fai!?” Io, nel tentativo di riprendere lucidità, risposi immediatamente con il nome di una pianta delle ebenacee, che in italiano ha preso in prestito il nome giapponese del suo frutto.
Dopo quell’episodio, nel pomeriggio decisi di prendere la vecchia funivia della “Grande Cima” a Courmayeur, proprio accanto al Monte Bianco. Questa funivia parte da Vuela a 2624 metri e arriva all’Arp a 2755 metri. Una volta giunto alla terrazza panoramica, dove negli anni ’50 c’erano i tavoli di un bar, mi affacciai sulla valle verso La Thuile e lì vidi Grippo, lo stambecco del Cervino. Appariva stanco e zoppicante, proprio sotto di me. Curioso del suo stato, chiesi: “Che è successo!?”
E lui rispose: “Mi trovo spaesato in questo luogo, abituato alla mia montagna non riesco a coordinare i miei movimenti!” Proseguì raccontandomi della sua vita e della sua capacità di adattamento all’ambiente: “Noi ci cibiamo di erbe e cerchiamo di digerirle bene con il sale che riusciamo a trovare nelle rocce. Il salnitro è fondamentale, e il Cervino, con le sue rocce, è la mia montagna preferita. Arrivo al massimo poco sopra i 3200 metri, anche perché so arrampicarmi bene: i miei zoccoli sono migliori degli scarponi arpionati e hanno una specie di ventosa al centro, che mi aiuta a mantenere l’equilibrio!”
Incuriosito dalla sua zoppia, gli chiesi: “Ma tu zoppichi!?” Grippo rispose: “Qui sono fuori zona e cammino male, ma nella mia montagna, che è come un cono, mi arrampico bene. Ho due zampe più lunghe che metto a valle e le due più corte che metto a monte!” Io, dubbioso, ascoltai e lui continuò: “Oh! Bischero, dimmi, come hai fatto a sbagliare piano!? Almeno io sono andato a fare le nere della Thuile! Sono passato da Pré Saint Didier per vedere l’allevamento dei cani San Bernardo… È una storia lunga, te la racconterò!”
Continua domani!