Il tramonto. Per molti è un momento di bellezza, per me è un promemoria malinconico di un’altra giornata scivolata via, come diceva il sergente Lorusso nel bellissimo film “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores. Dopo l’inevitabile sospiro…mi chiedo sempre: l’ho spesa bene questa giornata? È il mio proposito quotidiano, appena apro gli occhi. E spesso mi interrogo se questa sensazione sia legata all’età, alla mancanza di impegni pressanti, o se sia una conseguenza del nostro tempo moderno così veloce e consumistico.
Da giovane, le giornate sembravano infinite. Tra i mille impegni, la cura dei miei tre figli, di un marito di 25 anni più grande di me, dei mie tre cani, quattro gatte e acquari, e tutto ciò che riempiva le mie ore, non c’era spazio per pensare al tempo che passava. Ora, i doveri sono diminuiti, i figli hanno preso la loro strada, i miei animali hanno tutti oltrepassato il ponte dell’arcobaleno e le giornate sembrano scorrere più rapidamente. Sento il tempo sfuggire, come sabbia tra le dita, e a volte mi assale un’ansia sottile: non per la paura del futuro, ma per il desiderio di trattenere un po’ di più ogni istante. Mi infastidisce “da matto” il ticchettio di un orologio.”
Eppure, non guardo indietro con nostalgia. Non vorrei tornare a dieci anni fa, non scambierei questa fase della mia vita con nessun’altra, perché in questi anni ho visto nascere i miei nipoti, ho vissuto esperienze che mi hanno riempito il cuore. Se potessi scegliere, fermerei il tempo proprio qui, in questa fase di serenità, dove finalmente posso godere del presente senza l’urgenza di fare, di correre, di essere ovunque, con richieste incessanti, h24, da parte di tutti.
Ho imparato che l’unico antidoto a questa sensazione di tempo che sfugge è godere del “qui e ora”, come insegna la filosofia “zen” che seguo. Apprezzare un caffè caldo al mattino, il calore di una stanza, la quiete della mia casa, la conversazione con una mia amica, un testo scritto per la rivista di un caro conoscente, la musica alla guida della mia auto, una salute scevra di consumo di medicinali, piccoli regali che la mia quotidianità, mi concede. Sono consapevole della fortuna di questi piccoli tesori, specialmente pensando a chi non ha questa tranquillità, a chi vive sotto la morsa di tragedie che non si possono ignorare.
Eppure, il tempo sembra sempre correre troppo in fretta. A volte vorrei fare più cose in una sola giornata, ma forse sono io ad essermi rallentata. Ho imparato a non combattere questa lentezza, ma a farla mia. È nella quiete di questi momenti che trovo la forza, nel lasciare che le ore scorrano senza fretta, accogliendo ogni istante per quello che è. Ogni giorno che passa, anche il più ordinario, nasconde un dono prezioso: un sorriso inaspettato, la luce che filtra tra gli alberi, il silenzio che riempie la stanza quando tutto si ferma. Non è la quantità di cose fatte che dà senso alla nostra giornata, ma la qualità dei momenti vissuti, la profondità con cui li accogliamo.
Vivere con questa consapevolezza mi permette di riconoscere il valore di ogni giorno, di apprezzare ciò che ho, senza rimpiangere ciò che è andato e senza temere ciò che verrà. Così, quando arriva la sera, posso guardare al tramonto e chiedermi, con un sorriso: oggi, l’ho speso bene?” * S.S.C.*