Piero della Francesca, grande esponente del Rinascimento italiano, nato e vissuto a Sansepolcro nel quindicesimo secolo, è noto non solo per la sua maestria pittorica, ma anche per l’uso di simbolismi profondi e misteriosi nelle sue opere.
Le sue conoscenze matematiche, prospettiche e filosofiche si intrecciano in una visione del mondo dove arte e scienza dialogano in modo straordinario.
Tra le suggestioni più affascinanti che si possono rintracciare nel suo lavoro emerge il concetto esoterico del Rebis, simbolo cardine dell’alchimia, che rappresenta l’unione degli opposti e il raggiungimento della perfezione.
Il Rebis è un antico simbolo alchemico che racchiude in sé il segreto dell’equilibrio perfetto tra dualità opposte: il maschile e il femminile, il solare e il lunare, lo spirito e la materia.
Deriva dal latino res bina, ovvero “cosa doppia”, e raffigura un essere androgino, spesso rappresentato con due teste, una maschile e una femminile, ma con un corpo unico.
Questa figura simbolizza l’unione armonica tra l’anima e il corpo, lo spirito e la materia, il fuoco e l’acqua, in una sintesi che trascende la dualità del mondo ordinario per raggiungere la perfezione dell’anima.
Nell’alchimia, il Rebis è il risultato finale del lavoro alchemico volto alla trasmutazione della materia grezza in oro, sia in senso materiale che spirituale.
È il simbolo della “Grande Opera” che culmina con la creazione della pietra filosofale.
La Madonna del Parto (1455-1465 circa), custodita oggi nel museo di Monterchi, raffigura la Vergine Maria nell’atto di mostrare il grembo gravido.
Ella è circondata da due angeli che sollevano un pesante drappo, come se stessero rivelando qualcosa di sacro e nascosto agli occhi dello spettatore.
Il suo sguardo è tranquillo e solenne, mentre una leggera mano poggia sulla pancia, segno della vita imminente.
L’immagine di Maria incinta non è solo una celebrazione della maternità, ma rappresenta simbolicamente la potenzialità creativa, la trasformazione della materia in vita, l’inizio di un ciclo di rigenerazione.
Si suppone che il Rebis stesso è nascosto, o meglio camuffato, all’interno del quadro e per vederlo nel suo splendore, bisogna compiere un’operazione di scomposizione del dipinto.
Alcuni esperti di storia dell’arte hanno evidenziato come i due angeli che affiancano la Madonna siano perfettamente speculari e simmetrici, indossano alternativamente ali e calze rosse o verdi sul lato destro, in contrasto con tuniche di colore opposto.
Con sfumature e drappeggi delicati, una figura presenta tratti maschili e l’altra femminili, come evidenziato da studi accurati.
Sovrapponendo e invertendo le due figure, emerge un’immagine androgina, unendo in sé le caratteristiche di un uomo e una donna, con due volti ma un unico corpo che racchiude entrambi i sessi.
Questo simbolo, è stato forse concepito come un messaggio nascosto, accessibile solo a coloro che erano iniziati alle scienze arcane.
Esso avrebbe potuto mettere in guardia contro i pericoli della Chiesa, che si opponeva e combatteva la Ragione dell’Umanesimo.
L’Androgino rappresenta l’unità di Fede e Ragione, che viene poi separata nelle due figure alate, suggerendo una consapevolezza del fatto che la Religione avrebbe diviso questa unità, rinnegando la Scienza.
Questa lettura può sembrare ardita, ma risulta perfettamente coerente e precisa. se si considera l’idea che Piero fosse probabilmente iniziato a qualche forma di conoscenza esoterica, cosa comune a molti Umanisti del Rinascimento.