“L’autunno arriva come un vecchio amico che ti bussa alla porta con il cappotto ancora umido di pioggia. Le foglie si arrendono al vento, cadendo come se danzassero in un addio dorato e malinconico. Le strade si riempiono di pozzanghere, i ritmi rallentano, e c’è un momento, tra il rumore delle foglie e quello della pioggia, in cui ci si ferma intimamente a riflettere. Ma poi, la vita riprende a correre: tra il lavoro, le corse per chi a figli minori, la spesa fatta di fretta, e quella lista infinita di cose da fare.
Viviamo in un continuo “avanti e indietro”. Eppure, in mezzo a tutto questo caos quotidiano, ci sono momenti di quiete, magari la sera, quando si torna a casa e ci si lascia avvolgere dal calore di una tazza di tè dopo i doveri domestici. In quei momenti, ci rendiamo conto che, nonostante tutto, ci sono frammenti di magia anche nella nostra routine.
L’autunno, con i suoi colori caldi e le sue fragranze, ci invita a riscoprire il piacere delle piccole cose. Le caldarroste, che scoppiettano nei banchetti per le strade, riempiono l’aria di un profumo avvolgente, così come le ciambelle e lo zucchero filato, mentre le cioccolate calde ci scaldano le mani e il cuore nelle caffetterie affollate. Anche nelle città, i parchi si trasformano in tappeti di foglie dorate, creando veri e propri scenari da cartolina. Nei paesi, o in alcuni centri di città, i mercati e le fiere autunnali, offrono i frutti della stagione, come le zucche, cachi, arance e mele croccanti. L’ antichissima festa di Halloween, nata in Irlanda, ed erroneamente creduta importata dall’America, sta già facendo capolino nelle vetrine e negli store per la gioia degli appassionati.
E poi arriva Natale! Sì, è diventato commerciale, con le luci brillanti nei negozi e le pubblicità che ci spingono a comprare regali, ma in fondo, c’è qualcosa di prezioso in questo periodo. È come se, anche per un breve istante, ci permettessimo di tornare bambini, con quella meraviglia negli occhi e l’attesa che qualcosa di speciale possa accadere. I mercatini di Natale, con le loro bancarelle piene di oggetti artigianali, dolci tradizionali e decorazioni scintillanti, ci accolgono in un’atmosfera incantata. Che siano in una grande città o in un piccolo paese, questi mercatini sono luoghi di incontro, dove il calore delle persone si mescola con il profumo delle spezie e della frutta secca e del vin brulè. Se poi dal cielo, inaspettatamente, cadono silenziosi fiocchi di neve…la magia è al completo e la nostra anima si rallegra tornando, con il suo sentire, all’infanzia.
Tuttavia, non possiamo ignorare che non tutti vivono il Natale con gioia. Alcuni, pur avendo un tetto sopra la testa, possono sentirsi soli e odiare le festività, ritenendole un promemoria delle loro mancanze. E poi ci sono i senzatetto, che non hanno nemmeno la possibilità di festeggiare, ricordandoci che il vero spirito del Natale dovrebbe includere anche una riflessione sulla nostra umanità e sul supporto a chi è in difficoltà. Tutti noi, più fortunati, dovremmo prodigarci di più verso gli ultimi.
Anche se giriamo come trottole per comprare i regali più adatti alle persone importanti della nostra vita, ci affanniamo a decorare l’albero e a preparare pranzi infiniti, ogni anno ci ripromettiamo: “Basta, questo è l’ultimo anno che faccio queste cose! Non regalo più niente a nessuno, e nessuno mi deve regalare più niente!” alla fine sappiamo che perpetueremo sempre questi riti. È un pensiero che facciamo tutti, ma solo perché esausti per la maratoneta e stanchi del trambusto, ma poi, alla fine, il Natale arriva sempre a portarci dentro quel senso di calore e condivisione che, per quanto ci affatichi, non riusciamo a lasciar andare…
In realtà, si pensa e si dice: “che non è importante cosa c’è sul tavolo, ma chi è intorno al tavolo” ed è solo questo poi che conta davvero! La presenza delle persone care, di quegli affetti che ci arricchiscono la vita, rende speciale questo periodo. E mentre ci riuniamo attorno all’albero di Natale, decorato con tripudi di decorazioni e con luci scintillanti, il cuore si riempie di gioia pressoché a tutti. E il dolce presepe, con i suoi personaggi che raccontano una storia di speranza e di rinascita, ci ricorda il significato profondo e cattolico di queste festività e vi avvicina di più, dell’albero di rito pagano, alla vera essenza di questa festa magica, senza togliere nulla alla meravigliosa figura di Babbo Natale.
Ma non possiamo ignorare che le festività natalizie possono anche scatenare dissapori familiari, un po’ come quando si lavora intensamente e poi, in vacanza, emergono stanchezze e nervosismi. Tuttavia, tutto ciò fa parte del gioco! È un momento per confrontarsi, ma anche per ridere e condividere storie, riscoprendo la bellezza della famiglia da “Mulino bianco” o meno. È un processo di integrazione, in cui impariamo ad accettare le “imperfezioni” di noi tutti e a ricercare il calore umano che ci unisce.
In fondo, l’autunno e il Natale sono un ciclo di esperienze che ci insegnano a valorizzare non solo i momenti di festa, ma anche quelli di riflessione e crescita. L’autunno ci prepara a una pausa, a un rallentamento necessario che ci permette di guardarci dentro e apprezzare le piccole gioie quotidiane, la natura si addormenta per prepararsi a nuovi germogli e a cuccioli di tante specie, mentre il Natale ci invita a celebrare le relazioni che danno senso alle nostre vite. Nonostante le sfide e le difficoltà, il calore degli affetti e il richiamo della comunità ci ricordano che ogni momento, sia esso di festa o di riflessione, ha il suo valore. È in questo intreccio di corse, magie e quotidianità che troviamo il vero senso della vita: l’amore che ci circonda, la solidarietà verso chi è in difficoltà e la bellezza delle connessioni umane”.
* S.S.C.*
Mamma mia e già Autunno, da un momento all’altro vedi il buio la pioggia e un ammasso di foglie per terra,che una volta puliamo la nostra città!
Milano era molto meglio, anche se la stanno rendendo meravigliosa, la mia Milano, già dopo viene subito il Natale e la tristezza ti arriva, faccio i non faccio l’albero o il Presepe, o tutti e due, ma poi chi viene a vederlo?
Eravamo una bella e gioiosa famiglia,4 sorelle, ma ora ne è rimasta solo una che purtroppo poca memoria e i ricordi sbiaditi, per me il Natale non è festa, spero di andare da una nipote, per fortuna e come una figlia però, tu sai che lo sei, ma per varie ragioni ci si vede poco, pazienza, ne ho tante di nipoti per fortuna ma lontane, ma ci vogliamo tanto bene lo stesso, sono la mia vita, gli anni passano inesorabili ma ogni tanto arriva una gioia, una mia nipote avra una bimba, peccato lontana ma con l’auto si va dappertutto vorrei godermela un po’, due ne ho cresciute allora, ma io ero giovane, ma non importa invecchiare se so che al mondo c’è qualcuno che mi vuole bene !!!
Ciao a tutti e buona giornata, bello questo giornale , chi lo scrive ci fa rivivere tanti nostri ricordi…!!!!! Viva la vita!!!!!
Grazie, cara! Anche tu hai fatto rivivere dei momenti cari al cuore. Un abbraccio virtuale!