Salvare una vita può essere una questione di secondi.
Lo scorso 22 luglio, un episodio drammatico ha visto protagonisti i soccorritori del 118 e un bambino in difficoltà.
Nella serata di quel giorno, alla Centrale operativa del 118 di Arezzo, Asl Toscana sud est, è giunta una chiamata urgente: un bimbo era stato trovato privo di sensi in piscina.
L’operatrice al telefono ha agito prontamente, fornendo ai genitori le istruzioni per le manovre di rianimazione pre-arrivo, fondamentali in questi casi.
“È essenziale intervenire rapidamente”, ha spiegato l’operatrice.
Ha istruito i familiari su come controllare la respirazione del bambino, posizionarlo correttamente e iniziare le compressioni toraciche.
Il tutto guidato a distanza, con precisione e calma, mentre contava il ritmo delle compressioni.
Grazie a queste indicazioni, il bambino ha ripreso conoscenza, piangendo e liberando le vie respiratorie dall’acqua. Successivamente, è stato trasferito all’ospedale pediatrico Meyer, dove è stato dimesso in buone condizioni.
Samuele Pacchi, coordinatore infermieristico, ha sottolineato l’importanza della professionalità del personale del 118 e delle istruzioni pre-arrivo.
“Una telefonata può salvare una vita, per questo è fondamentale mantenere la calma, fornire informazioni precise e seguire le indicazioni della Centrale operativa”, ha dichiarato.
Il dottor Simone Nocentini, direttore della Centrale operativa 118 dell’Area provinciale Aretina e responsabile dell’Area Dipartimentale Emergenza territoriale 118, ha evidenziato come in queste situazioni “le manovre pre-arrivo possano fare la differenza in pochi minuti”. Ha anche ringraziato il personale sanitario per le loro elevate capacità professionali, cruciali per il servizio alla comunità.