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venerdì, Dicembre 6, 2024
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Gli sfruttati di oggi: una triste e immobile realtà

Commenti ai fatti Caporalato e morti bianche: un dramma senza fine

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Esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati.

Come al solito, dopo la bufera torna sempre la “dannata normalità”.
E purtroppo è sempre così.

Dopo la morte di Satnam Singh, la tragedia del caporalato e dei morti sul lavoro è tornata prepotentemente sulle prime pagine, per poi riscomparire fino alla tragedia successiva.

Sono ormai decenni che questo triste problema esiste nel Bel Paese, ma in uno strano e complice gioco delle parti, sia le istituzioni preposte, come Ministero del Lavoro, Prefetture e Questure, sia chi dovrebbe proteggere ed aiutare i lavoratori, ovvero i sindacati, non riescono a intervenire in modo deciso per risolvere definitivamente questo aberrante sistema.

Parliamoci chiaro: in questi anni le norme introdotte dal sistema governativo sono sempre state disattese, i controlli sono minimi e poco efficaci, e le scellerate politiche migratorie portate avanti dalla sinistra buonista hanno garantito una sorta di impunità a cooperative e imprenditori senza scrupoli che sono sempre alla ricerca di manodopera a basso costo.
È stato calcolato che il vergognoso giro di affari riconducibile al lavoro sommerso è di 68 miliardi di euro all’anno, una cifra che ha dell’incredibile.

Le categorie più colpite da questa piaga sociale ed economica sono le badanti, le colf, tutto il settore dell’agricoltura e dell’edilizia.
E ovviamente ad essere sfruttate sono le persone più fragili: cittadini che versano in condizioni estreme di povertà, gli immigrati e le donne.

Al dramma del caporalato si aggiunge il dramma delle morti sul lavoro: al quinto mese del 2024 siamo già alla drammatica cifra di 369 morti bianche, un aumento di oltre 3 punti percentuali sul 2023.
Una vera carneficina.

Nel 1976 il rimpianto Rino Gaetano faceva uscire il brano “Mio fratello è figlio unico” dove nel testo inseriva la frase “perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati”.

Siamo nel 2024. È cambiato qualcosa?

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Roberto Bardelli
Roberto Bardelli
Il mio nome è Roberto Bardelli, Breda per gli amici, nasco sotto il segno dei Pesci il 10 marzo del 1972. Sposato, con un figlio, per vivere gestisco una stazione di servizio in Arezzo. Nel frattempo seguo la mia minuscola etichetta discografica, la SofficiDischi, Sono impegnato in politica da quando avevo quindici anni. Ho fatto il Consigliere di Circoscrizione, la Giotto, fino a quando sono esistite le Circoscrizioni, e tutt'ora sono Consigliere Comunale a Palazzo dei Priori, Arezzo. Una marea di passioni: la musica, la politica, il Saracino e il Quartiere di Porta Sant'Andrea, l'Arezzo Calcio, la lettura e i libri, gli sport motoristici, il rugby, la scherma, la storia classica e moderna, l'arte in tutte le sue forme, visitare musei, la natura, il pane, il tè la carne alla brace, fare l'amore. Cattolico e Cristiano, sono un inguaribile ottimista, per me il bicchiere è sempre mezzo pieno. Ma soprattutto, ricordarsi che c'è sempre una soluzione! Sempre!

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