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lunedì, Ottobre 14, 2024
HomeAttualitàInps di Arezzo: minore disoccupazione, maggiore sbilanciamento generazionale 

Inps di Arezzo: minore disoccupazione, maggiore sbilanciamento generazionale 

Presentato stamani il Rendiconto sociale della sede Inps di Arezzo

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Il Rendiconto sociale Inps quale fotografia welfare locale.
Il documento è stato presentato stamani a Sansepolcro con la partecipazione delle istituzioni locali, della Camera di commercio, dei sindacati e delle associazioni di categoria.

Il nostro Rendiconto sociale – ha spiegato la Direttrice Vittoria Ferrara –  prende in esame lo stato di salute del sistema del welfare nella provincia di Arezzo e conferma il superamento della situazione della crisi pandemica che, nel corso degli anni precedenti, ha inciso profondamente sul tessuto economico e sociale di tutto il paese.
La fotografia che restituisce è quella di una provincia che, in linea con i dati regionale e nazionali, registra una certa ripresa economica, un mercato del lavoro in crescita, seppur con la prevalenza di rapporti di lavoro a termine e una conseguente riduzione del tasso di disoccupazione.
La distribuzione della popolazione per genere ed età evidenzia, in linea con il dato regionale e nazionale, un forte sbilanciamento generazionale, confermato, dalla serie storica dell’andamento della natalità, con un saldo negativo costante, visto l’aumento dei decessi e la diminuzione delle nascite
”.

La Camera di commercio di Arezzo Siena è stata rappresentata dal Presidente Massimo Guasconi e dal Segretario generale Marco Randellini.
“L’INPS  – ha detto il primo – è certamente l’Ente più importante nel nostro paese per il ruolo svolto negli ambiti della previdenza e dell’assistenza.
Si tratta di attività che interessano la quasi totalità dei cittadini e delle imprese aretine che riconoscono capacità e professionalità a chi opera all’interno dell’Ente.
Con la presentazione del rendiconto sociale, INPS è anche in grado di offrire preziose informazioni sul tessuto economico provinciale e sulla sua continua evoluzione, integrando quelle che Camera di Commercio ed ISTAT abitualmente forniscono
”.
Ha aggiunto Randellini: “I flussi demografici particolarmente negativi che interessano l’Italia non risparmiano neppure la provincia di Arezzo come conferma il rendiconto sociale dell’INPS.
Anzi alcuni indici, come ad esempio la crescita dell’età media della popolazione o la “dependency ratio”, il rapporto fra popolazione in età attiva ed in età inattiva, sono peggiori di quelli nazionali e regionali.
E questo si riverbera anche sulla demografia imprenditoriale causando, ad esempio, una forte contrazione delle imprese giovanili.
Malgrado ciò i dati sull’occupazione e quelli congiunturali, ad iniziare da quelli sull’export evidenziano comunque la vivacità ed il dinamismo del nostro sistema imprenditoriale
”.

Marco Rossi, Presidente del Comitato provinciale Inps di Arezzo, ha evidenziato su quali elementi l’Inps può migliorare il suo rapporto con i cittadini.
Il digitale ha prodotto risultati positivi: riduzione dei tempi d’attesa e un miglior rapporto di collaborazione tra pubbliche amministrazioni.
Talvolta, però, è stato anche un ostacolo alla risoluziona delle domande, mettendo in forte difficoltà gli addetti territoriali e ancora di più coloro che aspettano il rispetto dei loro diritti”.
Anche le normative con le loro interpretazioni hanno la loro parte di responsabilità nel creare situazioni di disagio: “la burocrazia in certe occasioni si  trasforma in “cavillocrazia” e questo è un aspetto che il legislatore dovrebbe tenere in considerazione.
Dall’altra parte, anche per eccesso di celerità, si creano invece norme che trasformano le circolari in veri e propri decreti attuativi.
Ad oggi -ha concluso Marco Rossi – troppo spesso l’istituto è percepito come un “domandificio” da criticare e nel caso non risponda alle proprie  esigenze da contestare.
Le cause vanno ricercate nel recente passato e e nel sitema normativo del  nostro paese. Ma oggi c’è un opportunità per migliorare la siotuazione e che  sarà  la migliore eredità che potremo lasciare alle future generazioni”.

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