Da qualche giorno circolano insistentemente voci che il Sindaco-Podestà di Arezzo, nonostante la pandemia Covid, abbia abbandonato il territorio comunale per raggiungere una destinazione ignota, che neppure i soliti bene informati di Palazzo Cavallo sono stati in grado di stabilire.
Al riguardo sono state formulate varie ipotesi, una delle quali vorrebbe il Primo Cittadino in fuga da Arezzo per il timore di essere contagiato dalla variante inglese del virus, che, parlando la stessa lingua della sua gentile consorte, risulta assai più pericolosa.
Per questo motivo Egli si sarebbe messo in volontaria quarantena, trasferendo temporaneamente la sede istituzionale comunale in una località del basso Casentino tra i Comuni di Talla e Capolona, da cui, anziché raccontare novelle, come fecero i dieci giovani, che nel Decamerone di Giovanni Boccaccio si riunirono per 10 giorni in una villa di campagna per sfuggire alla peste nera che nel ‘300 imperversava su Firenze, terrebbe le consuete dirette di aggiornamento dei dati relativi alla pandemia.
Un’altra ipotesi, che sembra prendere sempre più corpo nelle ultime ore ed anch’essa legata al rischio della variante inglese del Covid-19, vedrebbe il Sindaco ancor più lontano da Arezzo, addirittura volato negli Stati Uniti, ove finalmente potrebbe essergli somministrato il tanto agognato vaccino, richiesto invano nei giorni scorsi alla nemica ASL aretina.
C’è, poi, una terza ipotesi – invero, la meno probabile -, secondo cui il Sindaco, su consiglio dei suoi difensori, avrebbe scelto un atteggiamento di silenzio e di scomparsa dalla scena politica aretina fino all’udienza preliminare del 23 marzo, allorché il GIP del Tribunale di Arezzo dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura aretina per lui e per gli altri 12 indagati nelle inchieste Coingas, Estra e Multiservizi.
Noi dell’Ortica non sappiamo quanto ci sia di vero in queste voci che si rincorrono da una stanza all’altra di Palazzo Cavallo e siamo curiosi di capire se abbiamo o no ancora un Sindaco di presenza piuttosto che da remoto, prima di rassegnarci all’idea che, sia in caso di sua temporanea assenza o, peggio, in caso di condanna e sospensione dalla carica, possa essere l’Assessora, Vice Sindaca e Vice Podestà a guidare una Giunta piuttosto scompaginata.
Pare che da “casa al vento” in località Carra (comune di Talla), contigua a Bibbiano in comune di Capolona, il signor Sindaco di Arezzo torni soltanto a settembre, quando, per sua volontà autocratica, alla quale dovrà inchinarsi anche il Covid, pare già decisa una Giostra del Saracino. Egli rientrerà ad Arezzo con l’auto blu giusto il tempo per indossare la cappa magna, affacciarsi al terrazzino, o balcone, più evocativo, e consegnare la “lancia d’oro”. Sulla quale il maestro Conti ha la commissione d’intagliare: non l’effigie del sommo Poeta, nel VII centenario della morte, bensì quella di Lui – il Sindaco – e della di Lui gentilissima consorte, maiestate tantum. Qualcuna delle solita malelingue ha già accostato – irriverentemente e anche con un pizzico di malaugurio – queste due Nostre figure a quelle manzoniane di don Ferrante e di donna Prassede.