Covid-19,la Toscana passa in arancione
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le ordinanze che portano in arancione le tre regioni, Abruzzo, Liguria, Toscana – e la provincia di Trento, e che saranno valide a partire da domenica.
Via libera del Consiglio dei ministri, appena conclusosi a Palazzo Chigi, al dl che proroga lo stop agli spostamenti tra Regioni, anche di colore giallo, dal 15 al 25 febbraio.
Virus, il bollettino: + 36 nuovi casi nella provincia di Arezzo, 7 nel comune Periodo di riferimento: dalle ore 14 del 11 Febbraio 2021 alle ore 14 del 12 Febbraio 2021 Il numero di nuovi casi positivi è di 36 nella provincia di Arezzo e per i quali sono stati effettuati 821 tamponi.
Le persone positive in carico sono 885. Continua a leggere
Si registrano 18 guarigioni e nessun decesso.
Nuovi casi per Comune della provincia di Arezzo
Comune
Nuovi casi
Arezzo
7
Bucine
1
Cortona
2
Loro Ciuffenna
1
Marciano Della Chiana
1
Monte San Savino
3
Monterchi
1
Montevarchi
10
Pieve Santo Stefano
1
Pratovecchio-Stia
3
Sansepolcro
4
Terranuova Bracciolini
2
Ricoveri
Posti letto occupati
Degenza Covid San Donato Arezzo
60
TI San Donato Arezzo
8
Ulteriori informazioni
Numero di tamponi effettuati
Provincia di Arezzo
821
Persone Positive in carico
Provincia di Arezzo
885
Di cui a domicilio
Provincia di Arezzo
637
Numero di persone contatti stretti in quarantena
Provincia di Arezzo
2503
Guariti
Provincia di Arezzo
18
Arrestati dalla polizia di stato due albanesi, sequestrato un chilogrammo di cocaina pura nascosto in un albero nel bosco a Peneto
Prosegue, senza sosta, l’attività volta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, messa in atto dalla Polizia di Stato di Arezzo.
Da alcuni giorni, gli investigatori della Squadra Mobile aretina avevano attivato specifici servizi di osservazione, dopo aver notato dei movimenti sospetti in un bosco che costeggia la strada della località Peneto.Continua a leggere
In particolare gli agenti avevano notato un soggetto di nazionalità albanese che, dopo aver parcheggiato in una posizione appartata, nella strada che conduce alla piccola frazione di Peneto, si addentrava all’interno di un boschetto facendo poi ritorno dopo pochi minuti.
Nella giornata di ieri è quindi scattato il blitz.
Gli agenti infatti dopo aver notato la solita vettura, questa volta con due soggetti a bordo, salire verso Peneto, si dislocavano all’interno della boscaglia e, strategicamente nascosti all’interno della vegetazione, appuravano che dal veicolo scendeva uno degli occupanti che si addentrava nell’area verde, costeggiando un piccolo corso d’acqua, fino ad arrivare nei pressi di un grosso albero, ove all’interno di una cavità naturale, collocava un voluminoso pacco.
Dopo di ciò il soggetto percorreva il solito percorso fatto all’andata e saliva a bordo dell’autovettura che l’aspettava poco distante.
Appena i due si allontanavano, gli agenti effettuavano una rapida verifica che confortava la loro ipotesi investigativa; infatti, nella cavità veniva rinvenuto un involucro avvolto da nastro adesivo, contenente oltre un chilo e 300 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, risultata purissima e di ottima qualità, che avrebbe portato nelle nostre piazze migliaia di dosi.
Dopo aver accertato ciò i due, S.E. 33 anni e L.B 35 anni, entrambi di nazionalità albanese, venivano bloccati e tratti in arresto, in flagranza di reato, per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
A seguito della perquisizione dell’autovettura, occultati all’interno dell’impianto di areazione, venivano rinvenute e sequestrate 6 dosi di cocaina pronte alla vendita e un ingente somma di denaro in contanti.
Le perquisizioni domiciliari consentivano, inoltre, di rinvenire e sequestrare un ulteriore somma di denaro contante, che veniva sottoposta a sequestro unitamente al veicolo utilizzato per il trasporto della droga.
I due, gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, dopo le formalità di rito sono stati associati alla Casa Circondariale di Arezzo a disposizione dell’A.G. procedente.
L’operazione ha consentito di stroncare un rilevante canale di rifornimento di cocaina dell’intera provincia.
Guardia di Finanza: un arresto, sequestro di armi e marijuana I finanzieri della compagnia di San Giovanni Valdarno, nei giorni scorsi, nell’ambito del controllo economico del territorio, hanno portato a termine un’operazione, con il sequestro di 200 grammi di sostanze stupefacenti e di varie armi da fuoco.Continua a leggere
I finanzieri hanno individuato un trentenne residente a San Giovanni Valdarno, già noto per le sue frequentazioni degli ambienti legati allo spaccio di droghe, fermato per la sua singolare reazione alla vista dei militari.
Gli agenti hanno effettuato accurate ricerche, proseguendo poi presso l’abitazione del “sospettato”, dove sono stati rinvenuti e sequestrati oltre 100 grammi di marijuana essiccata, nascosta nella camera da letto.
L’uomo è stato denunciato a piede libero e segnalato all’Autorità Giudiziaria.
L’ attività investigativa, sulla scorta degli elementi raccolti , è proseguita verso le zone collinari di Cavriglia, dove è stata scoperta una struttura ben nascosta, adibita a “serra”, per la coltivazione di piante di cannabis.
Il proprietario, un32enne, che vive in un’abitazione poco distante, al termine delle ulteriori ricerche, ha dovuto giustificare alle fiamme gialle la detenzione di 100 grammi di marijuana, diverse di piante di canapa indica e di sementi già pronte per una nuova coltivazione.
All’interno dell’abitazione, i militari hanno rinvenuto anche due pistole complete di munizionamento ed una “scacciacani”, perfettamente funzionanti, illecitamente detenute.
Le piante di cannabis, la marijuana e le armi da fuoco sono state sequestrate e l’improvvisato “coltivatore” è stato tratto in arresto.
“Comune di Arezzo parte civile nel procedimento penale Coingas/Estra”
Lo richiedono i gruppi di opposizione Pd, Arezzo 2020, Movimento 5 Stelle e Lista Ralli.
“Si impegna il sindaco e la giunta ad adottare rapidamente ogni provvedimento necessario alla richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Arezzo nel procedimento penale relativo a Coingas/Estra affinché vengano tutelati gli interessi del Comune stesso”.Continua a leggere
Con questa richiesta perentoria i gruppi di opposizione tracciano la linea da seguire in vista dell’udienza preliminare prevista il 23 marzo nell’ambito del procedimento penale e della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero.
Parole che vanno a comporre anche il dispositivo di un atto di indirizzo che i gruppi Pd, Arezzo 2020, Movimento 5 Stelle e Lista Ralli hanno depositato agli uffici del Consiglio Comunale.
“Chiediamo – precisano i firmatari Luciano Ralli, Francesco Romizi, Michele Menchetti e Angiolo Agnolucci – che l’atto venga discusso in una seduta precedente a quella data, non certo messo in coda all’ordine del giorno per poi venire posticipato sine die.
Da quanto si evince dalle informazioni riguardanti il procedimento penale stesso, il Comune di Arezzo avrebbe subito un importante danno economico oltre che di immagine dall’intera vicenda.
E la richiesta di costituzione di parte civile può essere avanzata proprio in sede di udienza preliminare per beneficiare del diritto all’eventuale risarcimento qualora un imputato scegliesse il rito abbreviato”.
Pd con Alessandro Caneschi e Donato Caporali, Arezzo 2020 con Francesco Romizi e Movimento 5 Stelle con Tonina Michela Tanda nel presentare alla stampa l’iniziativa dei gruppi consiliari hanno sottolineato come l’atto di indirizzo sia non di una parte politica ma pensato nell’interesse della città e dunque auspicato che raccolga il voto favorevole anche dei consiglieri comunali di maggioranza.
Minaccia famiglia con un coltello e ferisce un carabiniere, arrestato
La scorsa notte, a Castiglion Fiorentino, i carabinieri della Compagnia di Cortona sono intervenuti per sedare una lite all’interno di un’abitazione ma l’intervento si è concluso con l’arresto di un cittadino nigeriano di 26 anni, con precedenti di polizia, in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari.Continua a leggere
Dopo la mezzanotte è giunta al 112 una chiamata da parte di un cittadino nigeriano che chiedeva l’intervento dei carabinieri poiché si era chiuso nel bagno di casa in quanto un suo coinquilino stava minacciando lui e la sua famiglia con un coltello da cucina.
Immediatamente venivano inviate sul posto due pattuglie dei carabinieri, che una volta entrati nell’abitazione trovavano l’aggressore armato di coltello, in stato di alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di alcol, che stava brandendo un coltello e cercava di sfondare la porta del bagno dove si erano rifugiate delle persone, tra cui colui che aveva dato l’allarme.
L’uomo, alla vista dei militari non accennava a desistere, anzi era diventato più violento ed agitato.
Giunte sul posto altre due pattuglie di supporto, i militari hanno cercato di instaurare una trattativa con la vittima affinché si arrendesse e facesse uscire dal bagno le tre persone lì nascoste, ovvero una coppia di concittadini nigeriani con la loro figlia di 4 anni.
Tuttavia l’aggressore non demordeva e continuava a restare nel centro del corridoio di casa impedendo ai carabinieri di passare per verificare le condizioni della famiglia chiusa in bagno.
In un momento di distrazione due militari hanno cercato però di aggirare l’uomo il quale a quel punto gli si scagliava violentemente contro e ne feriva uno con il coltello colpendolo ad un braccio.
Il militare ferito continuava comunque a gestire la situazione continuando le trattative. D
opo alcuni minuti l’uomo si allontanava in una camera da letto cercando rifugio ma veniva prontamente fermato e bloccato dai carabinieri che lo immobilizzavano e arrestavano.
Intervenuto sul posto il 118 visitava sia il militare ferito che una delle persone sequestrate, ovvero il padre della famiglia, che era stato ferito anche lui nella prima fase dell’aggressione, ad una mano.
Il coltello usato è risultato essere un coltello da cucina con una lama di 20 cm, che è stato sequestrato.
L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Sollicciano (FI).
Approffitta dell’ospitalità e ruba i gioielli per seimila euro, individuato e denunciato Sono stati i Carabinieri della Stazione di Levane, a fare luce su una vicenda a dir poco incresciosa, che al centro della quale sono emersi la disinteressata generosità – mal riposta – di una donna del luogo, e l’abietto comportamento di un 40enne pregiudicato, da tempo gravitante in Valdarno, ma originario della provincia di Trento.Continua a leggere
Tutto è iniziato con una denuncia sporta, pochi giorni fa, da una signora di mezza età, che si è presentata presso gli uffici del Comando Stazione di Levane per riferire circa quello che, in quel momento, era un semplice sospetto.
Nel corso dell’autunno, la donna aveva dato ospitalità presso la propria abitazione, per poco più di una settimana, all’uomo, poco meno che quarantenne, conoscente della figlia della vittima; a suo dire, stava attraversando un periodo di difficoltà, e non era stato in grado di reperire una fissa dimora.
Di lì, la richiesta di pernottare qualche giorno a casa dell’amica, giusto il tempo di trovare una sistemazione.
Ed effettivamente, dopo alcuni giorni l’uomo se ne era andato, facendo perdere le proprie tracce per i mesi seguenti.
Per puro caso, pochi giorni fa, la donna ha chiesto alla figlia notizie del suo amico, sentendosi rispondere che non lo aveva più sentito in quanto aveva saputo che era rimasto coinvolto in alcuni furti di gioielli.
Di lì l’atroce sospetto, la verifica e la scoperta dell’amara verità: tutti i gioielli accumulati nel corso di una vita, custoditi in camera da letto, erano scomparsi.
La donna si è quindi subito rivolta al Comando Stazione Carabinieri di Levane, riferendo nei dettagli la vicenda e fornendo anche degli accurati disegni dei monili trafugati, per un valore complessivo ammontante a circa seimila Euro.
I militari hanno passato in rassegna tutti i compro-oro del territorio e dei centri limitrofi, fino ad ottenere la prova schiacciante: proprio nei giorni in cui era ospite presso l’abitazione della denunciante, il pregiudicato trentino si era recato presso un compro-oro di Montevarchi, cui aveva ceduto dei monili in oro.
La comparazione con quelli di cui erano state acquisite le riproduzioni grafiche non ha lasciato alcun dubbio: si trattava proprio dei gioielli trafugati a casa della donna.
Il quadro indiziario, a quel punto, non lasciava più dubbi, e l’uomo è stato deferito alla Procura della Repubblica di Arezzo per furto in abitazione aggravato e per ricettazione.
Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se sia possibile recuperare almeno parte della refurtiva.
LE NOTIZIE “fuori dal mondo”
Costruisce la chitarra con lo scheletro dello zio
Il chitarrista Prince Midnight di Tampa, in Florida, che ha costruito una chitarra personalizzata, dalla cassa toracica, dalla colonna vertebrale e dal bacino del defunto zio.
E la chitarra non è solo un oggetto di scena, funziona davvero.Continua a leggere
Lo zio Filip morì in un incidente motociclistico nel 1996, aveva solo 28 anni.
Filip aveva chiesto che i suoi resti mortali fossero donati a un college locale.
Per 20 anni, il suo scheletro ha istruito futuri professionisti medici in anatomia umana.
Ma un giorno la scuola non aveva più bisogno dello scheletro di Filip.
La famiglia non poteva permettersi di pagare un luogo di sepoltura per Filip.
Fu allora che Midnight prese la situazione nelle sue mani.
Aiutato da un’impresa di pompe funebri locale, Midnight si fece spedire lo scheletro di suo zio negli Stati Uniti
Ha ricevuto la scatola delle ossa dalla Grecia e all’inizio non sapeva cosa fare.
E così, ha deciso di immortalare zio Filip in un modo che anche lui avrebbe trovato soddisfacente.
Così Midnight contattò il negozio di chitarre di Tampa, Dean Guitars che inizialmente acconsentì al progetto.
Ma, a un certo punto il pensiero di lavorare su resti umani ha iniziato a spaventarli e hanno finito per rifiutarsi di fare il lavoro.
Midnight decide di farlo da solo, saldò un’asta di metallo alla spina dorsale di Filip e attaccò un manico di una vecchia Telecaster.
Ha aggiunto corde, pickup, manopole del volume ed elettronica alla colonna vertebrale di suo zio.
Il jack del cavo sporge dall’osso iliaco.
La macabra chitarra non è priva di stranezze, dicce Midnight “Devi strimpellare dentro la gabbia toracica, quindi non ci sono accordi ampi come Pete Townshend degli Who.
Puoi strimpellare solo quanto le costole lo consentono”.
Oltre ad alcune difficoltà a suonare la chitarra, Midnight ha anche dovuto fare i conti con la sua famiglia, la madre in particolare non era inizialmente soddisfatta della sua bravata.
“All’inizio, ha detto che era sacrilego e opera del diavolo?
“Ma le ho chiesto: ‘Zio Filip era il più grande metallaro di tutti.
Dove preferirebbe essere?
Forza, zio Filip. Rock on.
Il vaccino doveva essere usato, l’ha usato, è stato licenziato
Dieci dosi del vaccino Moderna sarebbero scadute entro poche ore,
( Le 10 o 11 dosi in una fiala sono valide per sei ore dopo la perforazione del sigillo )
quindi un medico di Houston lo ha somministrato ad alcuni pazienti, inclusa sua moglie, così ha dovuto affrontare uno scandalo per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus.Continua a leggere
Il dottore, Hasan Gokal, 48 anni del Texas, lavorava in un centro vaccinale a Lyndsay Lyons Park, a Humble, aveva solo sei ore, una fiala di vaccino Moderna era stata aperta e doveva trovare 10 persone idonee per le sue dosi rimanenti prima che il prezioso medicinale scadesse.
Il dottore ha vaccinato alcuni conoscenti e altri estranei.
Un novantenne costretto a letto.
Una donna di 80 anni con demenza.
Una madre con un bambino che usa un ventilatore.
Pochi minuti prima che il vaccino diventasse inutilizzabile, il medico, Hasan Gokal, ha dato l’ultima dose a sua moglie, Maria, 47 anni, che ha la sarcoidosi polmonare, una malattia ai polmoni che la lascia senza fiato anche dopo un’attività minima.
Il 29 dicembre, il dottor Gokal è arrivato prima dell’alba in un parco nel sobborgo di Humble a Houston per supervisionare un evento di vaccinazione destinato principalmente ai soccorritori.
Intorno alle 18:45, mentre l’evento si concludeva è arrivata una persona idonea, un’infermiera ha perforato una nuova fiala per somministrare il vaccino, che ha attivato il limite di sei ore per le 10 dosi rimanenti.
Le possibilità che 10 persone idonee si presentassero all’improvviso erano scarse, ma il dottor Gokal ha detto che era determinato a non sprecare una singola dose.
Ha chiesto ai presenti all’evento, che hanno rifiutato o erano già stati vaccinati.
Così, quando ha iniziato il viaggio verso la sua casa in una contea vicina, ha chiamato le persone nell’elenco dei contatti del suo cellulare per chiedere se avevano parenti anziani o vicini che avevano bisogno di essere vaccinati.
Fonte: nytimes.com
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