Confcommercio, Confesercenti e Associazione Giorgio Vasari vorrebbero il ritorno della Fiera in Centro Storico.
Anche Ghinelli.
Ma Questore e Prefetto, giustamente e con grande senso di responsabilità, la autorizzano solo al Prato.
Come sempre, la lobby dei commercianti, che vorrebbero fare il bello e il cattivo tempo ad Arezzo, a scapito delle altre categorie di cittadini, hanno incassato un NO secco.
Alla faccia di sicurezza e del distanziamento sociale, il rischio di propagazione del Covid 19 nella solita bolgia della Fiera ci andrebbe a nozze.
Barattare la salute durante una pandemia, che NON E’ FINITA, per agevolare l’antiquariato? Ma anche no, grazie.
In ogni caso la Fiera coi suoi 270 espositori non è annullata, quindi chi ha piacere ad andarci, fatte salve le norme di sicurezza, può tranquillamente andare al Prato.
Con buona pace delle associazioni dei commercianti, che la dovrebbero smettere di fare pressione sulle amministrazioni per corporativismo e interessi personali, sulle spalle delle altre “tipologie” di cittadini.
Gli Aretini tutti, non devono essere schiavi di chi rappresenta solo una parte del tessuto produttivo, e non parla per tutti.
Se poi dovesse restare al Prato per sempre, i residenti del Centro Storico, vessati in mille modi, ringrazierebbero, con tanta ragione.
La sconfitta della “lobby dei commercianti” nasconde la vittoria della… lobby dei commercianti! In questo caso rappresentata da certi famelici ristobar di Piazza Grande.
Bravi! Siete gli unici ad andare controcorrente.
Però la Prefettura dovrebbe avere la stessa fermezza nel far rispettare il distanziamento negli stessi luoghi anche il venerdi e sabato sera e pure il giovedì in certi locali.
Finalmente c’è chi dice le cose come stanno e non si accoda alla stampa “compiacente” ai bottegai.
Come al solito per favorire i soliti, si sacrificano gli altri, vedi le attività commerciali di periferia, abbandonate a sé stesse.
Se il Comune facesse più manifestazioni per valorizzare quelle aree ne gioverebbero tutti, e non sempre i “soliti noti”.
Spostiamo anche il mercato del sabato che blocca una grande strada di collegamento e un quartiere intero in favore della lobby del commercio ambulante e per 52 sabati all’anno non si esce e non si rientra a casa fino alle 16 del pomeriggio, rumore e sporco la fanno da veri padroni.