Domenica 14 giugno, disinnesco di una bomba a Rassina, maxi evacuazione di 2.200 residenti
Domenica 14 giugno 2020: disinnesco di una bomba d’aereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale, rinvenuta aRassina nel Comune di Castel Focognano.
Le operazioni si svolgeranno, a cura del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, disinnesco e brillamento di un ordigno residuato bellico del tipo bomba di aereo da 500 libbre.Continua a leggere
Sarà attivata in Prefettura l’Unità di Crisi che, coordinata dal Prefetto, opererà in costante contatto con il Punto di Controllo Avanzato istituito presso il Centro Operativo Intercomunale.
Le operazioni si articoleranno in due fasi:
La prima, che avrà inizio a partire dalle ore 7.00, consisterà nell’evacuare, dall’area circostante all’ubicazione dell’ordigno, per un raggio di 1.850 metri, circa 2.200 persone, residenti nei centri abitati di Rassina e Pieve a Socana (Comune di Castel Focognano) e di Gargiano (Comune di Chiusi della Verna).
La gran parte delle persone si recheranno presso amici o parenti o altre sistemazioni private.
Le altre verranno indirizzate o accompagnate, in conformità alle vigenti disposizioni per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, presso i seguenti Centri di accoglienza:
100 a Subbiano, in Via Salvemini;
100 a Bibbiena, presso il centro commerciale “Il Casentino”.
Particolare attenzione sarà dedicata alle 25 persone non autosufficienti che saranno assistite durante la fase di trasferimento verso il centro di accoglienza sito in loc. Corsalone nel Comune di Chiusi della Verna.
Presso ogni Centro di accoglienza saranno garantiti assistenza sanitaria e distribuzione di acqua.
L’area interessata sarà totalmente interdetta in entrata, a persone e mezzi, dalle ore 7.00, attraverso la chiusura temporanea delle seguenti arterie:
la S.R. 71 nelle località Calbenzano (Comune di Subbiano), Corsalone e Groppino (Comune di Chiusi della Verna) e Bagnacci (Comune di Castel San Niccolò);
la S.P. 60 in loc. La Casa nel Comune di Chitignano;
la S.P. 59 Valdarno-Casentinese in loc. Tulliano (nel Comune di Castel Focognano);
n. 1 accesso alla pista ciclabile lungo l’Arno, nel Comune di Chiusi della Verna.
E’ stato disposto il divieto di sorvolo aereo dell’area interessata.
Nella stessa zona, a partire dalle ore 8.30, sarà interrotta l’erogazione dell’energia elettrica e del gas.
Per tutto il periodo dell’evacuazione sarà attivato uno specifico servizio anti-sciacallaggio da parte delle Forze di Polizia.
Una volta terminato lo sgombero dell’area interessata, avranno inizio le operazioni di despolettamento dell’ordigno che, presumibilmente, si protrarranno per circa due ore.
La seconda fase riguarderà il trasporto dell’ordigno, reso inoffensivo, presso una cava, ubicata nelle vicinanze, per il successivo brillamento da parte degli artificieri.
Il rientro graduale nelle abitazioni ed il ripristino dei servizi è previsto, orientativamente, per le ore 14.00.
Sul sito internet del Comune di Castel Focognano saranno fornite aggiornate informazioni di maggiore dettaglio, anche in relazione al termine delle operazioni onde agevolare il rientro nelle abitazioni.
Per la giornata di domenica 14 giugno, il Comune di Castel Focognano ha attivato, a disposizione dei cittadini, il numero telefonico 0575/59963.
Abuso edilizio nella piana della battaglia di Anghiari, strada sotto sequestro
Ieri i Carabinieri Forestali di Sansepolcro coadiuvati dal pool ambiente della Procura di Arezzo hanno sequestrato la strada.
La realizzazione dell’ infrastruttura stradale non avrebbe il permesso di costruire e neanche le autorizzazioni, paesaggistica e smaltimento di rifiuti speciali.Continua a leggere
L’opera non rientrava nel progetto di cava e conseguentemente nell’autorizzazione rilasciata dal comune di Anghiari a seguito di conferenza dei servizi, nonostante la stessa avesse una lunghezza di oltre 400 metri, larghezza 6 metri peraltro pavimentata in cemento.
Le indagini sono coordinate dal Pubblico Ministero Angela Masiello, che è alla guida del gruppo ambiente della Procura di Arezzo
Sospesa l’attività del bar dove durante il lockdown veniva spacciata cocaina
Un via vai di giovani, nei primi giorni dello scorso aprile, da un bar della zona Villaggio Dante di Arezzo ha insospettito gli agenti della Questura.
Troppi, in un periodo di restrizioni e di lock down per passare inosservati e alcuni conosciuti come assuntori di sostanze stupefacenti. Continua a leggere
Arrivavano in auto, entravano nel bar e dopo pochi minuti erano già fuori dal locale , che peraltro avrebbe dovuto essere chiuso a motivo dei divieti governativi originati dalle misure di prevenzione alla diffusione del Covid 19.
Dopo qualche giorno di appostamento, fermati alcuni di costoro, trovati in possesso di dosi di stupefacente del tipo “cocaina”, la Squadra Mobile è entrata in azione, procedendo all’arresto di due persone, un italiano impiegato del Bar e un cittadino straniero che prendeva contatti con gli acquirenti all’esterno del locale, e al sequestro di un ingente quantitativo di cocaina e di denaro in contanti.
Oltre che nel locale, infatti, la cocaina era detenuta all’interno dell’abitazione dell’aiuto barista, suddivisa in 79 dosi in involucri di nylon.
Dopo gli arresti e i sequestri, è iniziata l’attività della Squadra di Polizia Amministrativa che ha approfondito la vicenda, proprio in quanto il pubblico esercizio costituiva un luogo dove lo smercio di stupefacente non avrebbe dovuto verificarsi, per le inevitabili implicazioni sotto il profilo della sicurezza dei cittadini della zona.
Al termine degli accertamenti, il Questore di Arezzo, Dario Sallustio, ha quindi deciso di sospendere da oggi e per quindici giorni la licenza di somministrazione di alimenti e bevande del Bar ai sensi dell’art. 100 TULPS per la gravità dei fatti constatati, riguardanti l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente rinvenuto e l’attività di spaccio che si consumava all’interno del locale pubblico.
Sgominata banda che spacciava eroina e metadone
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Siena hanno concluso l’ “Operazione Ritorno”, indagine durata quasi un anno che seguiva un gruppo di italiani residenti nei dintorni di Sinalunga e dediti allo spaccio principalmente di eroina e metadone.
Le investigazioni di magistratura e carabinieri sono state avviate la scorsa estate, dopo un caso di overdose da alcol e droghe verificatosi all’ospedale senese di Nottola .Continua a leggere
Sono state quattro le misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Siena, mentre altre 5 persone restano in libertà in attesa di processo.
Il gruppo approvvigionava la sostanza a Perugia e la distribuiva sul mercato della Valdichiana senese e aretina.
Effettuate perquisizioni, con unità cinofile del Nucleo dei Carabinieri di Firenze e circa 50 militari di tre Comandi Provinciali (Siena, Arezzo, Perugia) a Sinalunga, Foiano della Chiana, Cortona e Castiglion del Lago.
Droga dall’Albania, indagini anche ad Arezzo
Questa mattina, i Finanzieri del Comando Provinciale di Brindisi e del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza coercitiva della libertà personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti di 17 indagati residenti nelle province di Brindisi, Taranto, Roma, Arezzo, Rimini, Forlì e Matera.Continua a leggere
Le attività, avviate dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brindisi e della Sezione Operativa Navale di Brindisi alla fine del 2017, hanno consentito di documentare l’operatività di uno strutturato sodalizio dedito all’importazione, trasporto, detenzione e cessione di ingenti quantitativi di marijuana.
La droga proveniva dalla cd. “rotta balcanica” attraverso potenti “gommoni” e, oltre alle “piazze di spaccio” delle province di Brindisi e Taranto, era destinata ad acquirenti dislocati in altre regioni del centro-nord.
Inoltre, è stato possibile accertare anche la detenzione di armi da fuoco, utilizzate per intimidire i “clienti” in ritardo con il pagamento dello stupefacente.
L’attività, ha consentito di: denunciare complessivi 32 soggetti, appartenenti all’organizzazione ovvero implicati nella negoziazione di partite di sostanze stupefacenti;
arrestare 6 responsabili in flagranza di reato;
sequestrare oltre 4.000 kg. di marijuana, oltre mezzo chilo di cocaina, 27.000 euro in contanti, 1 natante, 3 autovetture e 1 motocicletta.
Ritrovate ossa umane in una grotta Potrebbero essere di Guerrina Piscaglia
Uno scheletro è riaffiorato nella grotta della Tabussa, è stato trovato da due escursionisti nei dintorni di Badia Tedalda, nella riserva dell’Alpe della Luna. Continua a leggere
Le ossa umane sono state prelevate lunedì dai carabinieri del nucleo operativo di Sansepolcro.
Ai laboratori del Ris di Roma il compito di stabilire datazione e sesso, per poi procedere con l’estrazione del Dna, da comparare con quello della Piscaglia.
La donna, scomparsa da casa il 1° maggio 2014, per gli inquirenti sarebbe stata uccisa dal parroco Gratien Alabi, condannato a 25 anni di reclusione, con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Cauti gli inquirenti, anche perché ad un primo esame le ossa sembrerebbero risalenti nel tempo.
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