Non è uno scherzo.
Ormai il novanta e più per cento delle persone indossa una mascherina quando esce di casa.
Il novanta per cento di coloro che ne indossano una utilizzano roba “fatta in casa”, non certificata e inutile per fermare la trasmissione del Covid 19.
Sì, inutile, perché se è varo che le mascherine di normale cotone proteggono quasi sempre da polvere e altro, non sono assolutamente in grado di proteggere dal passaggio del virus.
Non ha quindi senso portarle?
Come dicono i medici, non servono se stiamo vicini ai nostri interlocutori.
Insomma, non è la mascherina in cotone generico che ci permette di non rispettare le regole.
La distanza minima di un metro e anche di più tra l’uno e l’altro.
Solo quelle che in teoria dovrebbero indossare i sanitari (in teoria, perché fino a pochi giorni fa anche loro dipendevano da protezioni “casalinghe”), certificate e dotate di filtri inespugnabili alle particelle infinitesimali, sono davvero un dispositivo di protezione personale efficace, almeno se vengono cambiate a ogni turno di lavoro.
E solo un cinque per cento circa dei cittadini ne possiede qualcuna.
Quindi portiamo pure le mascherine, ma facciamo in modo di rimanere a debita distanza da chi incontriamo.
In giro si vedono troppe persone che si avvicinano al prossimo credendo di essere protette (e di proteggere gli altri) grazie a un rettangolo di stoffa generico e molto aperto ai lati.
E facciamo particolarmente attenzione quando andiamo a fare la spesa, perché quello è il momento più pericoloso, dove serve parlare il meno possibile e indossare guanti, quelli sì.
Mi permetto di annotare come le mascherine non vanno stupidamente intese come strumento che rende immuni, intoccabili dai virus, bensì vanno intese come un elemento in più, uno schermo in più che decidiamo di mettere in atto, assieme a distanza, gel, guanti, maggiore igiene.
In questa e solo in questa ottica sono da intendere le mascherine.
Il filtro serve a proteggere non il soggetto che vi respira dentro ma gli altri, dato che questo filtro, filtra appunto, l’aria che diamo agli altri.
I guanti, anch’essi, non è vero che sono buoni da usare solo al supermercato, ma in questo particolare frangente, sono buoni da usare sempre, a patto che si cambino abbastanza frequentemente e dopo il loro uso si proceda alla solita igiene delle mani.
Cosa fa pensare che al supermercato ci siano oggetti più carichi di batteri e virus rispetto ad un altro negozio?
E quando si alzano i coperchi dei bidoni della spazzatura?
Se il senso dell’ordinanza regionale è quello di usare tutti mascherine (chirurgiche) perché in questo modo si amplifica la protezione verso le altre persone (e così, dato che gli altri le indossano anche io di riflesso sono più protetto) che già da la distanza, perché non viene specificato ai cittadini che uscire con maschere con valvola va in senso contrario a questo senso?
I cittadini a questo punto dovrebbero essere informati se non obbligati ad indossare una mascherina chirurgica sopra la maschera con valvola!
Altrimenti chi indossa solo questa protegge si se stesso, ma non certo le altre persone che hanno solo una mascherina chirurgica (quella “da altruisti”). Soprattutto se viene effettuata una consegna a domicilio e l’addetto ha indosso solo la maschera con valvola, se una persona si reca al supermarket etc solo con la maschera con valvola è in tutt’altra posizione rispetto a chi, attorno a lui, indossa una chirurgica.
Il sindaco dovrebbe fare qualcosa per questo, perché di persone in giro solo con maschera con valvola che rilascia all’esterno qualsiasi cosa hanno nel respiro ce ne sono molte e questo tema totalmente contro il senso del decreto….
In riferimento al commento di brillin: il filtro di una valvola di un DPI ffp2 o ffp3 funziona in modo esattamente contrario rispetto a quello da lui descritto.
Ciò che viene filtrata è l’aria in entrata, non quella in uscita: la mascherina protegge chi la indossa, non gli altri. Ecco perché da un chirurgo nel suo video viene chiamata”da egoisti” ed ecco perché funziona in senso contrario dell’ordinanza regionale.