In queste interminabili giornate, costretto tra le mura domestiche, ho ripreso contatto con delle compagne di gioco con cui spesso mi apparto.
Cosa avete capito, nulla di peccaminoso.
Le mie compagne di gioco sono le parole.
Si le parole, quelle che usiamo tutti i giorni.
Mi diverto a trovare in esse dei significati diversi. Le parole nascondono dentro di se delle alchimie che ognuno di noi può svelare usando la propria fantasia.
E’ un passatempo che mi ha divertito sin da piccolo.
Un gioco che pratico in solitudine ma anche in compagnia.
Ogni tanto do una definizione a qualche amico o parente chiedendogli di trovare la parola corretta.
In questi giorni di clausura forzata può essere un passatempo per la famiglia.
Apre la mente e diverte. Ci tiene impegnati ma con il sorriso.
Col passare degli anni ho anche fatto la conoscenza, purtroppo solo virtuale, di altri amici appassionati di questo gioco.
Di seguito lascio qualche definizione che mi è venuta in mente megli ultimi giorni:
peripezia : morì per la sorella della madre (Stefano Bartezzaghi)
refuso: nobile che non ce la fa più
diabete: fatto di legno di conifera (Gianni Mura)
amicizia: conoscenti della sorella di mamma
barcamenarsi: darsi un sacco di botte su di un natante
primavera: dopo tante menzogne
fino all’attualissimo, purtroppo “pandemia” = alimento a base di acqua e farina dei miei genitori
A chi volesse cimentarsi auguro buon divertimento.