C’è una certa agitazione in città.
Le intenzioni del governo di privilegiare chi utilizzerà le carte di debito, volgarmente chiamate bancomat, i pagamenti con carte elettroniche e tramite smartphone, stanno rovinando i sogni degli aretini.
C’è da capirli.
Per anni hanno girato con dei rotoli di contanti in tasca.
Li ricordate al mercato delle vacche a Pescaiola che compravano la mucca carolina tirando fuori fogli arrotolati legati con elastici?
O meglio, gli orafi che venivano a fare i versamenti in banca utilizzando anche loro le banconote arrotolate ma le tenevano di più in tasca per far vedere il “pacco”.
Poi quando facevano il versamento si capiva l’inconsistenza di quella zona corporea e la cassiera, crudelmente, esclamava: Puff!
Eppure, volenti o nolenti, bisognerà prendere confidenza con i mezzi elettronici.
Dal 14 di settembre, per tutte le banche, devi ottemperare alla direttiva PSD2: Hai certificato il tuo cellulare?
Hai aggiornato il sistema operativo?
Sei pronto per digitare il Pin che ti viene inviato e che sparisce dopo pochi secondi?
Certo, il passaggio non è semplice.
Basta andare nella sede della ex Bancaetruria in Corso Italia dove insiste un salone meraviglioso una volta popolato da decine di cassieri ed ora a malapena uno o due aperti.
E allora la gente?
E’ tutta in un corridoio angusto a far la fila di fronte ad un “totem” che sostituisce le decine di cassieri e dove è necessario svolgere tutte le operazioni di banca.
In quel contesto è invitato chi vuol prendere confidenza con il vero dialetto aretino assistendo alle manovre dei clienti su quel marchingegno.
Ma naturalmente l’avanzata del digitale è oramai inarrestabile.
Vado dal mio medico di famiglia che fa parte di uno studio associato e noto una certa agitazione.
Ci sono dei giovani che appena arrivi ti dicono: deve scaricare la APP perché d’ora in avanti per prendere l’appuntamento con il medico si deve aver prenotato con lo smartphone.
Assisto a scene imbarazzanti.
Una bella ragazzetta cerca di convincere un anziano signore a scaricare la APP.
Questo reagisce dicendo: CHE DEVO SCARICARE?
Io ho scaricato per una vita le casse di frutta e ora non scarico più niente.
Un altro vicino: se è un programma porno va bene, sennò un me fregate!
Il problema è che nel nostro paese l’educazione digitale non c’è mai stata ed ora si pretende tutto insieme un cambiamento che però è inevitabile.
Quando vado a Londra pago il cappuccino con il bancomat senza tante storie.
Ma come reagiscono veramente gli aretini a tutti questi cambiamenti?
Le statistiche ci dicono che trombano di più.
Infatti nelle ultime settimane sono nati bambini in numero tre volte superiore alla media.
Forse gli aretini trombano di più perché hanno paura che entri in vigore una APP anche per l’atto sessuale?