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Hamas come “mafia”: controllo, ricatto e i rischi per la ricostruzione di Gaza

Tra macerie e illusioni di rinascita, la Striscia di Gaza rischia di ricadere sotto il dominio di poteri criminali travestiti da resistenza, mentre il sogno di una pace reale resta lontano

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Ormai il seme, concimato dai bombardamenti di Netanyahu, ha attecchito: la violenza tornerà con ogni probabilità. Da quello che emergerà dagli attuali «colloqui» e dai confessionali capiremo se organizzazioni presentate come «di resistenza» torneranno a impadronirsi della Striscia di Gaza nella fase della ricostruzione. È possibile che, approfittando della ricostruzione e costruendo nuovi cunicoli o gallerie — pratiche in passato tollerate o ignorate da alcune ONG e organismi internazionali — si ricrei quel circuito di mercato nero, ricatto alimentare e controllo delle entrate che già esisteva. Hamas, in passato, aveva la gestione di questi meccanismi e il controllo operativo: poteva contare su una falange armata di circa 5.000 uomini, oltre a un ampio reclutamento volontario diffuso nella popolazione — elemento tipico di ogni potere non democratico e di organizzazioni a fini violenti, che si nutrono di spirito di resistenza e di vendetta.

Questo sistema alimenta sfiducia anche tra i Paesi arabi vicini e scarica il peso del conflitto sui soli bambini — futuri orfani che rischiano di diventare la manovalanza di nuove forze estremiste, non pacifiche.

Allo stesso tempo, non posso fare a meno di immaginare progetti di «splendore»: spiagge, porti, alberghi, un’ipotetica versione della Striscia che richiami una mini-Dubai o una Versilia mediorientale — lavoro nella ricostruzione, servizi, attività turistiche. Si potrebbe persino sognare una nuova Las Vegas o qualcosa che ricordi il Libano degli anni Settanta. Ma tutto ciò appare irrealistico: domandatevi perché. Se non sarà un potere criminale a comandare, la conseguenza più probabile sarà il ritorno delle bombe.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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