Si stima che il bilancio della Santa Sede registri una perdita annua di circa 70 milioni di euro. Una cifra rilevante, che però fa riflettere se paragonata al valore inestimabile delle opere conservate nei Musei Vaticani. Basterebbe vendere un solo capolavoro all’anno per coprire le perdite… per sempre.
La Pinacoteca Vaticana fu inaugurata nel 1932 da Papa Pio XI, ma le sue origini risalgono a molto prima. Durante l’occupazione francese del 1797, molte opere d’arte vennero sottratte in seguito al Trattato di Tolentino. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, circa settanta di queste furono restituite. Inizialmente ospitate nell’appartamento del cardinale Borgia, e successivamente in diverse sedi, fu proprio Pio XI nel 1922 ad affidare all’architetto milanese Luca Beltrami il progetto di una vera e propria pinacoteca, che avrebbe accolto anche dipinti provenienti dal Laterano.
Oggi, le 15 sale della Pinacoteca presentano le opere secondo un ordinamento storico, offrendo un viaggio attraverso secoli di arte. Si parte dal celebre Giudizio Universale, pala dell’XI secolo realizzata da Nicola e Giovanni, esponenti della primitiva arte benedettina romana. Le loro opere sono visibili anche negli affreschi della chiesa di Sant’Elia a Nepi, vicino a Civita Castellana, in provincia di Viterbo.
Da lì si prosegue con una sequenza straordinaria di capolavori del Medioevo e del primo Rinascimento, firmati dai più grandi maestri italiani. Un patrimonio culturale di valore inestimabile, non solo per la Santa Sede, ma per l’intera umanità.