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Arezzo, città giardino… incolto: la nuova frontiera della biodiversità a 70 cm d’erba

Arezzo scopre il lato “selvatico” del verde urbano: tra slogan ecologici e prati incolti, i cittadini si destreggiano tra fiori, insetti e... deiezioni invisibili

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Benvenuti nei parchi urbani di Arezzo, dove la natura non si limita a fiorire: straborda. A Villa Severi e alla Marchionna siamo già a quasi 70 cm di altezza d’erba. Il conto alla rovescia è iniziato: manca poco al traguardo simbolico del metro. Forse a quel punto scatterà lo sfalcio. Oppure ci toccherà la supercazzola dei “benefici ecosistemici” condita da un pizzico di retorica green, che fa sempre chic.

Sì, perché oggi l’erba alta non è trascuratezza, ma un atto di rivoluzionaria lungimiranza. Non tagliarla significa salvare api, farfalle e forse anche l’unicorno urbano che pascola tra i papaveri. Ce lo dicono con toni ispirati: “È essenziale riconoscere e celebrare la bellezza naturale e spontanea dei fiori selvatici”. Una frase che sembra uscita da un bignami di poesia ecologista, peccato che intanto chi porta a spasso il cane debba infilarsi in una giungla degna dell’Amazzonia.

E mentre il nostro cocker sparisce dietro a una spiga di gramigna alta come un bambino di sei anni, il vero mistero diventa: dove sono finite le sue deiezioni? Raccoglierle ormai è una caccia al tesoro – senza tesoro.

L’obiettivo dichiarato è “aumentare la biodiversità”. Quello non dichiarato, ma molto più evidente, è: risparmiare sul taglio del verde. Che sia per motivi ambientali o economici, resta il fatto che l’erba cresce, i problemi pure. Camminare in certi tratti è un safari, e i bambini giocano dove possono: spesso nell’asfalto, che almeno è visibile.

Ma tranquilli, ci rassicurano: i prati non falciati “offrono rifugio a una moltitudine di specie di insetti”. E pure a qualche zecca, aggiungiamo noi, ma non stiamo a fare i cinici. La prossima volta che inciampiamo in una buca nascosta dalla vegetazione, pensiamo positivo: abbiamo appena favorito un corridoio ecologico.

E allora evviva l’erba alta, simbolo della nuova Arezzo “wild & green”. Che sia incuria o strategia, la linea è sottile – un po’ come il confine tra natura e disservizio.

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Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.
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