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Viaggiare fuori rotta: i luoghi del cuore e le meraviglie nascoste di altre mete

Un viaggio tra mete insolite e luoghi che lasciano un segno, dall’Artico alla Cina, fino a destinazioni poco battute ma ricche di fascino

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Ci sono viaggi che nascono da un sogno, da un desiderio coltivato nel tempo, e altri che capitano quasi per caso, senza aspettative. Ma ci sono luoghi che, una volta vissuti, diventano parte di te, luoghi che ti segnano e ti restano dentro.
Per me, le isole Svalbard presso il Polo Nord e la vasta Cina sono state due esperienze che non dimenticherò mai. Diversissime, ma entrambe intense e capaci di farmi vedere il mondo con occhi nuovi. Sono i miei luoghi del cuore, quelli che non smetterei mai di raccontare, qui purtroppo in sintesi.
Ma il mondo è pieno di posti incredibili, e lo scibile umano, il tempo e lo spazio non bastano per nominarli tutti. Quindi, oltre a questi due viaggi, tra i preferiti, che ho vissuto sulla mia pelle, ne ho scelti altri un po’ a caso. Alcuni di questi mi hanno colpita per la loro unicità e sono i primi su cui ho posato gli occhi. Non sono le mete da copertina, non sono i classici itinerari da turista. Sono luoghi che parlano, che sussurrano storie a chi ha voglia di ascoltarle.
Le Svalbard – Il regno del silenzio, del buio o della luce infinita
Se c’è un posto che mi ha lasciata senza parole, è questo. Le isole Svalbard non sono solo un arcipelago nel cuore dell’Artico, sono un’esperienza, un viaggio nell’essenza più pura della natura. Ci sono stata qualche anno fa, a luglio, nel periodo del sole di mezzanotte, quando la luce non scompare mai e tutto è avvolto da un’atmosfera irreale e avrei voluto tornarci per ammirare l’inverno artico con la manifestazione dell’aurora boreale.
Le montagne lì sono un contrasto incredibile: nere, scurissime, quasi come inchiostro, ma coperte di neve per l’85%, lasciando intravedere, a volte, qua e là, la roccia scura. E poi capita di osservare le macchie rosse, che a prima vista, sembrano sangue sparso dai banchetti degli orsi polari. Mi sono chiesta cosa fossero, ma poi ho scoperto che non era il lavoro del predatore per eccellenza, bensì licheni dal colore rosso acceso, così surreali da sembrare segni di una caccia appena avvenuta.
E lì, gli orsi polari ci sono davvero, e in gran numero. La regola,  in questa terra  artica è la sicurezza: cartelli di pericolo ovunque, perché l’orso è veloce, sia a correre che a nuotare. Se un esemplare viene avvistato anche a 100 km di distanza, i turisti vengono immediatamente fatti risalire in nave. Gli abitanti, che per legge non possono risiedere alle Svalbard più di sei mesi consecutivi, vanno SEMPRE in giro armati di fucile, pronti a difendersi se necessario.
Gli iceberg, poi, non sono solo enormi blocchi di ghiaccio. Ma un vero, affascinante, spettacolo per gli occhi, poiché sono  di un blu incredibile, con sfumature che vanno dall’azzurro cristallino al verde smeraldo. E le spiagge? Niente sabbia fine, ma sassetti ovali bianchi, neri e grigi, levigati dal tempo, su cui si trovano ancora i resti della caccia alle balene, del secolo scorso, un vero museo a cielo aperto e le camminate dei visitatori, rischiano sempre di distruggere i nidi di uccelli artici.  Il percorso è guidato, perché anche alla fine del mondo ci sono regole per rispettare la natura che si rinnova e la storia.
E poi ci sono piccoli villaggi sparsi e  Longyearbyen, il  villaggio principale con tutto quello che serve per vivere: scuola, cinema, negozi, ufficio postale (il più a nord del mondo). E il caldo? Sì, perché il freddo non è quello che ci si immagina a luglio… mi sono ritrovata a soffrire dentro un piumino nero lungo fino ai piedi. Se mi spogliavo, per me, era troppo freddo, con il piumino, sentivo troppo caldo. Un paradosso del Grande Nord e del mutamento climatico in corso. Piccola nota: la Norvegia e le isole Svalbard, che ne fanno parte, risultano carissime per noi turisti.
E infine, c’è la banca dei semi, il deposito sotterraneo che custodisce semi da tutto il mondo, pronto a salvaguardare l’agricoltura in caso di catastrofi. Un luogo che forse non si può visitare, ma la cui esistenza fa riflettere e che ha un aura di mistero…tra l’altro.
La Cina – Un continente in un solo Paese
Se le Svalbard sono state un sogno di silenzi e natura incontaminata, (a parte le aree tristi di miniere dismesse) la Cina è stata, per me, una  sorpresa incredibile. Ci sono andata un po’ per caso, spinta da amici, senza un vero interesse. Ma è diventato uno dei viaggi più affascinanti della mia vita.
Un volo di 10 ore all’andata, 13 al ritorno, più 5 voli interni. Perché la Cina è enorme, ed è tante nazioni dentro una sola. Ho visto una Cina poverissima, dove la cloaca del villaggio era un semplice buco e dove le donne, anche in questo nuovo secolo, lavavano i panni nella stessa acqua dove scorreva la fogna. Ho visto una Cina media, più vicina alla nostra realtà, e poi la Cina futuristica, quella che lascia senza fiato.
Shanghai, per esempio, sembra un altro pianeta. Grattacieli di vetro, miriade di luci scintillanti,  tecnologia avanzata. Squadre di operai che riuscivano lavorando notte e giorno a creare un piano di grattacielo in una settimana salendo e scendendo da canne di bambù. Mio marito, che aveva già una certa età, aveva deciso di non venire con me, convinto che fosse il “terzo mondo”. Ma quando ha visto le mie foto, ha sentenziato: “Il terzo mondo siamo noi”.
E poi, tra le tante bellezze, ci sono le mura di Xi’an, una città che mi ha affascinata tantissimo. E la Grande Muraglia, che non ha bisogno di presentazioni: una delle meraviglie del mondo, e camminarci sopra è un’emozione indescrivibile, anche se pare senza testa né coda, tanto è infinita.
A Pechino, in Piazza Tiananmen, ho comprato, in quel tempo, un CD con una manifestazione militare completa. Una precisione assoluta, quasi spaventosa. Guardandolo in “loop” con mio marito, restavamo increduli davanti alla sincronia perfetta (ribadisco: perfetta!)dei soldati. Un’immagine di potenza, disciplina e rigore che non dimenticherò mai.
E poi, altre mete fuori dalle rotte turistiche
Il mondo è troppo grande per fermarsi a due sole esperienze. Così, ho scelto altri luoghi che, pur non avendoli vissuti personalmente, mi affascinano per la loro unicità:
•Civita di Bagnoregio (Italia) – Il borgo sospeso tra le nuvole, che rischia di disintegrarsi sotto i nostri occhi, da un momento all’altro, ora quasi completamente disabitato.
•Meteora (Grecia) – Monasteri sospesi nel cielo.
•Lofoten (Norvegia) – Fiordi spettacolari e aurore boreali.
•Valle dello Sperone (Italia) – Il lato più nascosto della Puglia .
* Le meravigliose e selvagge Dolomiti lucane.
•Ilha de Moçambique (Mozambico) – Un’isola fuori dal tempo… e tante altre che lascio scoprire a voi. Viaggi vissuti con le nostre gambe, o studiati grazie a meravigliosi servizi con droni in TV Smart o racconti bellissimi su libri come una volta. L’importante è scuotersi, essere curiosi e uscire dalla propria “zona comfort” perché chi viaggia vive più vite.
“La bellezza sta negli occhi di chi guarda” e guardare il mondo con occhi nuovi è una esperienza  che appaga anche l’anima.
Ci sono viaggi che si dimenticano in fretta, e altri che cambiano per sempre il modo di vedere le cose. Le Svalbard e la Cina hanno lasciato un segno in me, e spero che anche voi possiate, prima o poi, trovare il vostro luogo del cuore.
Perché il mondo è pieno di meraviglie nascoste. Basta avere il coraggio di cercarle. S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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