Nel 1541, alla corte di Cosimo I de’ Medici, nacque il primogenito maschio, Francesco, figlio di Eleonora di Toledo. Per celebrare il battesimo fu scelto come padrino l’imperatore Carlo V, e la cerimonia doveva svolgersi nel Battistero di Firenze.
L’incarico di decorare la chiesa fu affidato a Niccolò Tribolo, amico di Giorgio Vasari, che allestì l’ambiente con tale magnificenza da far dire allo stesso Vasari che sembrava una chiesa moderna. Tribolo faceva parte della cerchia di artisti legata a Pierfrancesco Riccio, tra cui anche Domenico Ghirlandaio – maestro di Michelangelo – e Pontormo.
Prima della sontuosa cerimonia, Cosimo volle ispezionare gli allestimenti e, pur rimanendo soddisfatto, si infuriò nel vedere che la cappella principale non era decorata come desiderava. Voleva che fosse coperta da una grande tela in chiaroscuro, ma mancavano solo sei giorni all’evento. Chiese quindi agli artisti del gruppo del Riccio di realizzarla, ma nessuno osò assumersi un compito tanto arduo in così poco tempo.
Fu allora che il duca scelse Vasari, considerato dagli altri un semplice “provinciale” di Arezzo. Senza esitare, con umiltà e dedizione, Vasari si mise all’opera e lavorò giorno e notte per completare la tela in tempo. Il risultato fu straordinario, suscitando l’ammirazione e la soddisfazione del duca.
Vasari era famoso per la rapidità d’esecuzione, ma a differenza degli artisti del Riccio, possedeva anche una straordinaria capacità di scrittura, che pochi di loro potevano vantare. Nonostante in seguito acquistasse casa a Firenze, il suo cuore rimase sempre legato a Roma, con tutti i suoi eccessi e difetti, ma senza le ostentazioni tipiche dei fiorentini.