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venerdì, Marzo 7, 2025
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Un weekend di neve e avventura

Il gossip di Cesare Fracassi
Un'avventura solitaria sulla neve tra treni, paesaggi innevati e incontri indimenticabili

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Durante i miei anni delle scuole medie, il sabato d’inverno, dopo aver finito i compiti, preparavo tutto il necessario per sciare: sci, racchette e qualche cambio, che sistemavo nella mia cartella. Già vestito da sciatore, prendevo il trenino che mi portava alla stazione di Pratovecchio/Stia.

Partivo alle 17:30, quando il giorno stava ormai cedendo alla sera. In quella carrozza dai sedili di legno trovavo sempre compagnia: molte erano donne di servizio, altre commesse, e pochi uomini, salvo qualche studente delle superiori.

Di fronte a me, una donna di circa 40 anni catturò la mia attenzione. Aveva capelli castani, un bel viso e occhi di un grigio scuro che sembravano ruotare continuamente. Ricambiò il mio sguardo curioso. Quando scese alla fermata di Rassina, rimasi solo nella carrozza, avvolto nel freddo: i vetri erano appannati, e facevo fatica a capire dove fossimo. Solo il passaggio a livello prima dell’uscita da Rassina e le luci della fabbrica Sacci al Corsalone mi davano qualche riferimento.

Finalmente arrivai a destinazione, talvolta giusto in tempo per prendere l’autobus che saliva al Passo della Calla. Da lì, proseguivo a piedi fino all’albergo, immerso nel buio, ma con la neve che illuminava la strada come fosse un lampione naturale.

A volte ero accompagnato da mia madre e mio fratello, ma spesso andavo da solo: tale era la mia passione per lo sci. Appena arrivato, Sofia, la cuoca dell’albergo, chiamava mia madre con il telefono a scatti per avvisarla che ero arrivato sano e salvo. Sofia era una donna robusta ma non grassa, con occhi azzurri e capelli biondi raccolti in una crocchia. I suoi sughi erano eccezionali, e il suo seno prosperoso mi trasmetteva una strana tranquillità: sapevo che, in caso di bisogno, avrei potuto contare su di lei.

La mattina dopo, già da due ore stavo sciando quando arrivarono i pullman da Forlì, Ravenna e Cesena. Tuttavia, quelli della Casa dello Sport di Arezzo e le auto non c’erano: una frana sopra Vitrignesi aveva interrotto la strada. Continuai a sciare fino al giovedì, quando ripresi il lungo viaggio di ritorno.

Alla stazione di Arezzo mi aspettavano mia madre e mio fratello. Mio padre, tornato il venerdì dal giro dei mercati dei cereali in Italia, mi vietò di tornare a sciare da solo: era stato in pensiero per me per tutti quei giorni. Io, però, mi ero divertito tantissimo!

Avevo 13 anni, e solo grazie all’enciclopedia UTET scoprii che la donna incontrata sul treno soffriva di una forma di sclerosi multipla in fase avanzata.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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