Ieri appuntamento con uno dei più esperti studiosi di Voltaire in Spagna, Martí Domínguez Romero, professore di giornalismo presso l’Università di Valencia, accompagnato dalla consorte. Alle ore 9 abbiamo iniziato la visita al Museo Casa Vasari in via XX Settembre, un tempo conosciuta come via di San Vito. Il professore, direttore della rivista Metròpolis, sta conducendo una ricerca sugli amori e sulle donne che hanno segnato la vita dell’affascinante Giorgio Vasari.
Non tornavo in quel luogo da molti anni, ma sono rimasto incantato dalla bellezza delle camere e delle sale, arricchite da un susseguirsi di muse, tempi ed età. Ogni dettaglio testimonia l’importanza dello studio e della precisione delle proporzioni, con un’evidente impronta dell’influenza di Andrea del Sarto e dell’uso cromatico derivato dal suo primo maestro, Guillaume de Marcillat, il “vetraio”.
Anche il giardino-orto mi ha sorpreso per ordine e cura, lo stesso che contemplavo dalla terrazza di casa mia quando abitavo lì vicino. Ricordo ancora le comitive di visitatori che, sbagliando ingresso, suonavano al mio campanello. Tuttavia, la casa di Cosina, moglie di Giorgio Vasari, è tutt’altro: qui abbiamo discusso della figura di Maddalena, figlia di Cecco Bacci, descritta come più sensuale, con un labbro boccardo, rispetto alla sorella più giovane, Cosina. Quest’ultima, però, merita il massimo rispetto per la sua praticità e razionalità, qualità che le permisero di tollerare le assenze e le infedeltà di Giorgio, il quale all’epoca poteva essere paragonato a un fuoriclasse del calcio moderno. Non va dimenticato che Giorgio accolse anche il figlio avuto da una relazione con una serva della casa di Firenze.
La nostra visita è proseguita alla Santissima Annunziata, dove abbiamo ammirato l’opera magica di Spinello Aretino all’esterno, mentre all’interno il silenzio della chiesa custodisce opere del Vasari e di altri pittori toscani. Successivamente ci siamo recati alla Badia di Santa Flora e Lucilla, dove l’altare di Vasari brilla di una bellezza senza tempo. Lì si percepisce ancora il dualismo tra l’amore carnale per Maddalena e la serietà di Cosina.
Dopo la Badia, ci siamo fermati a osservare la cupola prospettica del Frate, che segue i criteri della De prospectiva pingendi di Piero della Francesca, redatta a Gubbio un decennio prima. Proseguendo, abbiamo visitato Casa Bruschi, dove spicca la figura di Minerva, sottratta da Cosimo e voluta per questa mostra dedicata a un aretino doc. Gli studi di architettura, i disegni, le opere pubbliche e private, nonché i libri dell’epoca, contribuiscono a dare una magia unica al percorso, riportandoci indietro nella storia di Arezzo.
Successivamente, una breve visita a Sant’Ignazio e poi, stanchi ma appagati, il pranzo, con gli occhi ancora pieni d’arte, immagini e racconti, a tratti verosimili, come la storia di Luigino Bacci e Margherita Bonci, madre di Pietro Aretino.
Nel pomeriggio, abbiamo reso omaggio alla tomba di Cosina nella Pieve di Santa Maria, accanto a quella di Giorgio Vasari e alle ossa dei vescovi aretini. Poi, visita al Pozzo di San Donato e al Pozzo di Tofano, citato nel Decameron di Boccaccio.
Infine, siamo giunti alla Cattedrale e, scendendo, alla Basilica di San Francesco per ammirare la celebre Croce. Tuttavia, ho notato prezzi sproporzionati dei biglietti e una scarsa illuminazione che penalizza l’esperienza.
Un ringraziamento speciale va alla Fondazione G. Monaco per i pass forniti e al personale delle mostre e di Casa Vasari.
Ma una domanda rimane ancora senza risposta: dove è sepolta Maddalena? Boh!
Nella pittura, il Vasari, a causa dei troppi impegni, spesso sbagliava le proporzioni e lavorava in modo affrettato; tuttavia, rimane un grande architetto e un importante biografo di molti artisti e personaggi illustri della nostra storia.