Ci sono momenti nella storia in cui i cambiamenti arrivano come onde: prima piccole, poi sempre più grandi, fino a diventare uno tsunami. Oggi viviamo in uno di quei momenti. Il progresso tecnologico, l’intelligenza artificiale, l’automazione: non sono più futuro, ma presente. E questo presente sta cambiando le regole del gioco.
Una volta, c’erano lavori stabili, professioni sicure. Si poteva pianificare una vita: comprare una casa con un mutuo, mettere da parte dei risparmi, crescere una famiglia. Mio marito, ad esempio, ha potuto costruire qualcosa di solido proprio grazie ai mutui, che a quei tempi erano un’opportunità, non un rischio. Oggi, però, non è più così. Il lavoro stabile non esiste più. Non ci sono certezze, e costruire la propria vita senza tenere conto di questa realtà è come costruire una casa sulla sabbia, sperando che la tempesta non arrivi mai.
Pensiamo ai programmatori, ai grafici e agli animatori digitali, una volta intoccabili. E poi all’editoria con i giornali stampati, agli edicolanti, ai tassisti, agli autisti tradizionali, ai camerieri, alle casse dei supermercati, ai bancomat che sostituiscono già da un po’ i bancari. E ancora ai negozi di videonoleggio che non esistono più da tempi biblici, agli impiegati, alle segretarie e a tante figure professionali simili. Pensiamo alla produzione di varie merceologie, agli operatori di call center. Proseguiamo: avvocati, medici di base e, più avanti da aiutochirurghi a chirurghi, insegnanti, giornalisti, commercialisti, traduttori, architetti, piloti commerciali, agenti immobiliari. È una lista della spesa che potrebbe continuare all’infinito…
Non è solo progresso: è una rivoluzione! Non è più un settore alla volta che cambia. Ora è tutto il mondo del lavoro che sta subendo una trasformazione. Ci sarà un terribile effetto domino di cui non possiamo sapere la portata, ma solo intuirla.
L’intelligenza artificiale non mangia, non dorme, non si ammala. Non ha bisogno di ferie né di pause, né di benefit per produrre meglio e di più!Ne’ stipendi e neppure TFR. Non ha debolezze umane. Questo la rende un’opportunità straordinaria per le aziende, ma un avversario per molte professioni. Persino i piloti più qualificati, i “Top Gun” del nostro tempo, sono destinati a essere sostituiti. Non da persone, ma da macchine.
La domanda è: cosa accadrà alle persone?
Non possiamo ignorare che una trasformazione di questa portata ha conseguenze sociali enormi. La storia ci insegna che quando le persone non hanno più i mezzi per vivere, non si fermano a guardare. Non si può dire alla gente: “Mangiate brioche! ” quando manca il pane! Una rivoluzione sociale potrebbe essere inevitabile, se non si trovano soluzioni per garantire una base minima di sicurezza. È il momento per i governi di pensare seriamente a un reddito universale, perché senza una rete di protezione, il rischio è che l’instabilità economica si trasformi in una crisi globale senza precedenti e sono già in enorme ritardo. Andranno a prenderli con i forconi altro che “Capitol Hill”.
E qui, però, è doveroso anche aggiungere che, come in ogni medaglia, c’è anche il rovescio. Forse, in un futuro non troppo lontano, potremo essere tutti nullafacenti, liberi da orari e da stress. Potremo dedicarci ai nostri talenti, alla creatività, a ciò che ci fa stare bene. Ma per arrivare a quel punto, dobbiamo superare il rischio di una depressione sociale peggiore, ma molto peggiore del 1929 e del 2008, anno in cui parte del mondo è crollato sotto un collasso economico con una forbice sempre più larga tra chi ci governa e chi vive con pensioni misere, minime o redditi inadeguati.
Allora, che fare? Non possiamo fermare il progresso, ma possiamo prepararci. Possiamo scegliere di vivere con prudenza, senza indebitarci per sogni che potrebbero svanire dall’ogni al domani. Non dico di rinunciare ai mutui o ai progetti, ma di farlo solo con “spalle larghe”, con risorse che permettano di resistere anche se le cose vanno male. Quante persone pagano una casa per tre quarti, per poi vedersela portare via perché perdono il lavoro, con un licenziamento improvviso, tramite una scarna, crudele e-mail ?È un rischio che non possiamo più ignorare.
Il progresso non è il nemico. È una forza, come il vento. Può abbatterci o spingerci avanti. Dipende da come scegliamo di affrontarlo. Non possiamo più permetterci di vivere come se nulla stesse cambiando. Dobbiamo imparare, adattarci, sviluppare competenze nuove. Dobbiamo smettere di costruire sulle illusioni di una stabilità che non esiste più da decenni oramai.
E dobbiamo parlare di queste cose. Attenzione anche ai conti bancari, toglieranno, a breve, il contante come hanno fatto con le lire, tutta la nostra vita sarà nelle loro mani, come in Cina, da anni. Se non si fa quello che vuole il governo, si diventa cittadini di serie B, a cui tutto sarà precluso, fino a che non si cederà ai loro diktat. Ci spegneranno con un click! Non sono io che me lo invento. Accade, da anni, in molti paesi del mondo. Non sono pessimista. Analizzo ciò che accade intorno a noi. Perché chi, oggi, chiude gli occhi, domani rischia di svegliarsi senza nulla, e il denaro, rispetto alla libertà dell’individuo, e’ niente! Chi si vuole sottrarre al sistema può organizzarsi a prendere un piccolo pezzo di terra, coltivare o nella peggiore delle ipotesi, mangiare radici, nella buona sorte coltivare api, piantare alberi da frutto, fare baratto con i vicini. Come una volta! Non è utopia. Tanto più ci discostiamo dalla natura, noi che siamo animali, tanto di più sbagliamo. Il mondo lo stanno conducendo verso il transumanesimo. Cio’ che i nostri occhi vedono, oggi, non sarà ciò che, volente o nolente, vedranno i nostri figli e i nostri nipoti. Il futuro arriva comunque, che lo vogliamo o no, anzi, è già qui!! La domanda è: saremo pronti ad affrontarlo o ci troverà con il cerino in mano?
S.S.C.