La luna. Argentea, magica, luminosa, mutevole, per gli antichi…una dea. Da sempre è stata per l’umanità una guida, una compagna nelle notti più buie, un simbolo di bellezza e mistero. I popoli antichi le rendevano omaggio, appunto, come a una divinità: era la loro bussola nei deserti, il loro calendario naturale, il faro che illuminava sentieri e oceani. Nella sua luce pallida e delicata, la luna sembrava offrire risposte silenziose a chi aveva occhi per ascoltarla e cuori capaci di percepirne il richiamo.
Per gli antichi, il cielo era un regno sacro, popolato di divinità e segreti. Se il sole, imponente e vitale, rappresentava il giorno e il trionfo della vita, la luna era la custode della notte, della trasformazione, del mistero. I suoi cicli governavano non solo le maree ma anche i raccolti, la caccia e persino la spiritualità. Era vista come una madre silenziosa, capace di influire sulle emozioni, sui sogni, e persino sulle decisioni degli uomini.
E poi c’è la sua forza, invisibile ma innegabile. La luna piena governa le maree con una precisione matematica e ci ricorda che anche il nostro corpo, fatto per il 60% d’acqua, non può sfuggire alla sua influenza. Per chi è sensibile, la luna non è mai solo un satellite, sopratutto nelle notti di luna piena. Non tutti percepiscono che, per buona parte dell’ umanità, la luna piena impedisce il riposo, così come muove le maree sembra che attiri il nostro corpo a se’. E’una presenza, una forza che smuove l’animo, inquieta il sonno, richiama emozioni profonde. Quando il suo splendore è massimo, la notte sembra farsi viva, come se l’universo ci stesse osservando.
Non è un caso che la luna abbia ispirato scienziati e sopratutto astronomi, e anche le civiltà più lontane nel tempo. Le sue fasi sono state mappate, studiate, venerate. I Maya la inserirono nei loro calendari sacri; i Greci la identificarono con la dea Selene, portatrice di luce nella notte. E ancora oggi, nonostante le moderne tecnologie, è impossibile guardare la luna piena senza sentirsi piccoli e connessi a qualcosa di infinito.
Eppure, la luna non è solo magia. È anche una custode di segreti, un simbolo del nostro legame con il cosmo. Non siamo soli sotto il suo sguardo: questo lo sappiamo. La sua luce ci ricorda che siamo parte di tanti universi in espansione, che la nostra storia si intreccia con quella delle stelle e, forse, con altre intelligenze che osservano la nostra notte da lontano. Oggigiorno, pensare che tra trilioni e trilioni di pianeti siamo soli ad abitare gli universi risuona come una favoletta.
Ma alla luna non importa ciò che crediamo o ciò che sappiamo. Continua a brillare, immutabile e paziente, come un’amica silenziosa che non ci abbandona mai. Ci invita a fermarci, a contemplare, a sentire il battito del nostro cuore in sintonia con il ritmo cosmico. Nelle notti di luna piena, quando il sonno sembra sfuggire, possiamo lasciarci trasportare dalla sua luce e abbandonare ogni preoccupazione. Perché in fondo, la luna è questo: magia, mistero e conforto, tema, da sempre, per tutti i tipi d’artisti: pittori, poeti e cantautori. Una presenza antica, eterna, che ci ricorda che non siamo mai davvero soli. S.S.C.