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mercoledì, Aprile 2, 2025
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Il capolavoro della vita: come forgiare la nostra luce

Affrontare le sfide per rivelare la luce che siamo, un cammino tra gratitudine e consapevolezza

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Mentre navighiamo tra le prove dell’Universo, affrontando le difficoltà che il cammino della vita ci pone dinanzi, ci accorgiamo che ogni sfida, se non ci spezza, ci forgia. È nella maturità, più che nella giovinezza, che questa verità si svela, a noi, con chiarezza: le difficoltà superate ci modellano come un blocco di marmo lavorato con pazienza. Proprio come diceva Michelangelo, il compito dell’artista non è creare, ma liberare l’opera già contenuta nel marmo. Così anche noi, affrontando le asperità, rimuoviamo il superfluo e sveliamo la nostra essenza di luce più autentica.

Le prove della vita non sono mai vane, “o si vince o si impara!” Se affrontate con coraggio e perseveranza, ci aiutano a diventare la migliore versione di noi stessi, insegnandoci la forza della pazienza e l’importanza della gratitudine. Quando impariamo a essere grati per ciò che abbiamo, persino il quotidiano più semplice brilla come il riflesso di un diamante. Gratitudine non significa arrendersi o smettere di lottare, ma perseguire con fede e serenità gli obiettivi che danno senso al nostro cammino, senza lasciarsi risucchiare dalla mania del possesso e del successo.

La società moderna ci tenta con il canto delle sirene: “accumula di più, conquista di più, consuma di più”. Ma a quale costo? Spesso, nell’affanno di inseguire mete materiali, dimentichiamo che la vita è quella cosa che scorre mentre siamo occupati a rincorrere ciò che, in fin dei conti, lasceremo indietro. Un giorno, presto o tardi, chiuderemo gli occhi, per sempre, e lasceremo tutto qui, sia che viviamo in una capanna o che abbiamo al polso un Rolex da 450.000 euro. Qualcuno, dopo di noi, vivrà nella nostra casa, o porterà al polso o in banca o venderà il nostro meraviglioso “Rolex daytona”. Nulla ci appartiene a parte il nostro corpo, il nostro spirito, siamo solo custodi provvisori. Fermarsi a riflettere e chiedersi ogni giorno: “Sto facendo la cosa giusta affinché il mio passaggio sulla Terra abbia un senso?” può fare la differenza tra vivere con pienezza o lasciare che il tempo ci scivoli tra le dita inutilmente.

Come ci hanno insegnato grandi maestri del passato, da Gandhi a Rudolf Steiner, il cambiamento comincia da noi stessi. Non possiamo migliorare il mondo senza prima migliorare il nostro cuore, il nostro pensiero, le nostre azioni. Come ribadiva Steiner: “Lucidare ciò che è opaco, raddrizzare ciò che è storto, pulire ciò che è sporco”. E se accogliamo questa responsabilità, non come un peso, ma come un’opportunità, allora ogni piccolo gesto quotidiano, ogni scelta consapevole, può trasformarsi in un contributo di valore per noi stessi e per un mondo migliore.

Se ignoriamo questa chiamata, rischiamo di arrivare alla fine del nostro viaggio sentendoci come sacchi vuoti, che strada facendo hanno perso il loro carico prezioso. E quando questo accade, non c’è ritorno: la vita è un soffio, un dono che merita di essere vissuto appieno e con oculatezza.

Infine, mi piace ricordarmi di prestare attenzione ai segnali che la vita mi offre quando sono connessa. Che si chiami Angelo, Universo o Dio, a volte, tra i piccoli dettagli, si possono cogliere segnali paranormali importanti. Bisogna affinare la nostra sensibilità per coglierli. Non tutti ce la possono fare, ma bisogna ricordarsi che le onde radio esistevano già in tempi temoti, anzi da sempre, ma che l’umanità non era ancora pronta per decifrarli e utilizzarli come invece facciamo
ampiamente, ora, nella nostra era. Verrà il tempo in cui tutti percepiranno il mondo fisico, eterico e astrale senza difficoltà alcuna. Percepire ed ascoltare questi segnali, può fare la differenza e da guida, tra perdersi o trovare il proprio giusto cammino. S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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